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12/09/2018 16:49:00

La storia di Clara, giovane rapace a rischio estinzione ucciso a Petrosino

 Arrivano altri particolari sulla morte di Clara, giovane esemplare di una specie rapace in via d'estinzione, ucciso dai bracconieri a Petrosino.  Ne abbiamo dato notizia qui.

Ieri i Carabinieri forestali del Nucleo CITES di Palermo hanno recuperato nelle campagne di Petrosino (Trapani) il corpo senza vita di Clara, giovane esemplare (nata il 25 maggio nel centro di riproduzione di Grosseto insieme alla sorella Bianca) di avvoltoio Capovaccaio (specie rara a rischio di estinzione) che era stato liberato nei giorni scorsi in Basilicata dall’associazione CERM (Centro Rapaci Minacciati), nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture. In pochi giorni, Clara e Bianca avevano raggiunto la Sicilia percorrendo circa 800 km per proseguire la migrazione verso l’Africa sub-sahariana; i loro movimenti erano monitorati grazie da un trasmettitore GPS/GSM che gli era stato applicato. Ma la fucilata di un ignoto cacciatore di frodo (l’apertura della caccia in Sicilia è stata anticipata al 1° settembre con uno sciagurato decreto dell’Assessore regionale all’agricoltura on. Edgardo Bandiera) ha fulminato Clara: gli accertamenti radiografici dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo hanno individuato ben sette pallini di piombo distribuiti nel suo corpo.

“La deliberata uccisione di Clara - sottolinea Ennio Bonfanti, referente fauna WWF Sicilia e membro del Comitato regionale faunistico-venatorio dell’Assessorato Agricoltura - rappresenta un gravissimo crimine di Natura che colpisce una specie ormai rarissima e vanifica gli sforzi (e le relative risorse anche economiche) di Unione europea e Ministero dell’Ambiente per consentirne la sopravvivenza. Ancora una volta l’apertura della caccia in Sicilia significa massacro di legalità e di fauna, anche di specie teoricamente super-protette come l’Aquila di Bonelli, sparata a Licata (AG) all’apertura della stagione venatoria del 2016. L’Assessore Bandiera ha emanato un “Calendario venatorio” inaccettabile, che abolisce limitazioni e concede ai cacciatori di sparare con meno vincoli e per una stagione più lunga. Non è stato rispettato nemmeno l’autorevole parere scientifico di ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale), che aveva fortemente criticato la Regione sull’eccessiva estensione di specie e periodi di caccia, chiedendo di limitare l’attività venatoria. E proprio per garantire la salvaguardia del Capovaccaio, l’Istituto aveva chiesto alla Regione (inutilmente…) di limitare la caccia al coniglio a settembre e di vietare le munizioni di piombo: ed ecco i risultati..."