Apprendo dai mezzi di informazione che tra quelli che hanno commentato l’approvazione della c.d. mozione antifascista, vi è anche Bartolo Giglio, già candidato a sindaco di Trapani con la Lega.
Stessa Lega che –ci tengo a ricordarlo– fino a pochi anni fa si chiamava Lega Nord e “ripudiava” il meridione ed i terroni, proponendo politiche razziste nei confronti dei Siciliani. La democrazia è sicuramente una pessima forma di governo ma comunque la migliore che si conosca e non va certamente sacrificata nel nome del buon governo. E democrazia, oggi, significa permettere a personaggi che “col tricolore si puliscono il culo” di essere ministri della Repubblica Italiana. Al di là dei procedimenti giudiziari per vilipendio, ritengo che le assoluzioni e le sentenze valgano per i Tribunali, l’etica e la coerenza per chi vuol far politica. Virtù che non vedo nè in questa lega di Salvini né tantomeno in chi, a livello locale, a Trapani, veste il verde come Bartolo Giglio e “compagni”. Mi correggo, forse un briciolo di coerenza che unisce entrambi c’è: l’interesse per il potere e le poltrone. Alla Lega e al Ministro Salvini fanno comodo i voti dei meridionali, e coerente appare in tal senso l’individuazione di un “nemico” comune, di un “terrone” in comune coi siciliani: gli africani, gli immigrati che ormai in gran numero giungono alle nostre coste.
A livello locale e, in particolare, a Bartolo Giglio, invece fa comodo dimenticare gli insulti ricevuti e, in vista di una poltrona, salire sul carro dei vincitori, che oggi si chiama Lega, e che nel 1922 –verosimilmente– si è chiamato Partito Nazionale Fascista. La deriva antidemocratica alla quale si sta assistendo è tristemente testimoniata oltre che dagli episodi di violenza riportati dalla cronaca anche dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal leghista trapanese (binomio ritenuto fino a qualche tempo fa un ossimoro) Bartolo Giglio in merito all’attività del consiglio comunale di Trapani. Sono aberranti ed oltraggiose le critiche da questi mosse ai consiglieri per aver discusso ed approvato la c.d. mozione antifascista, peraltro ritenuta dal TAR di Brescia legittima e conforme al dettato costituzionale.
Mi piacerebbe ricordare a tutti coloro che militano nel partito del carroccio che a proporre la mozione in questione sono state le due consigliere del Movimento 5 stelle, partito con il quale la Lega è al governo.
Nondimeno ritengo che i toni usati da Giglio siano intollerabili e calunniosi soprattutto nella parte in cui si riferisce alla discussione avvenuta nell’aula consiliare come una “..Necessità che hanno alcuni superstiti della becera sinistra di marcare la loro esistenza in vita. E’ come l’antimafia, che esiste in virtù dell’esistenza della mafia. Sono gli attori dell’antimafia a parlare sempre di mafia! Lo stesso accade con questi superstiti. I campioni dell’antifascismo che parlano di fascismo per dimostrare che esistono”. Bene. Premesso che l’antifascismo, come l’antimafia, non ha colore politico, e che l’essere di destra non necessariamente coincide con l’esser fascisti. Premesso anche che il miglior modo per combattere ogni forma di estremismo e di razzismo rimarranno sempre la cultura e l’educazione civica. Ritengo che il paragone antifascismo - antimafia sia poco opportuno. Sia perché mostra tutta la mancanza di rispetto nei confronti di quegli “attori dell’antimafia” che rischiano ogni giorno la loro vita per adempiere al loro dovere. Sia perché non riconoscendo come valori l’antimafia e l’antifascismo, nega l’utilità del dibattito politico-culturale nella lotta a qualsiasi forma di prevaricazione, violenza, discriminazione, o di totalitarismo. Un mio vecchio amico fu fermamente convinto che “Dire altamente alte cose è farle in gran parte!” e che senza gli intellettuali ottocenteschi l’Italia non avrebbe mai sviluppato quel senso di patriottismo che portò in seguito all’indipendenza dall’Austria.
Comunque, a differenza di Giglio, mi rasserena sapere che ci siano “attori dell’antimafia” che parlano sempre di mafia! Mi preoccupa invece sapere che a muovere i fili del Giglio vi sia un ex Deputato -lui si vero vice paladino dell’Antimafia!- che per grande esempio di legalità gli sembrò giusto spendere i soldi dei Siciliani per comprarsi giornalini e fumetti, oggi condannato in appello dalla corte dei conti a restituire 49mila Euro. Svelato l’arcano… Il partito di Salvini deve restituire 49 milioni, aggiungerne altri 49 mila euro poco cambia, anzi pare un valore aggiunto.
Insomma, a Trapani, come nel resto d’Italia, si scrive Lega e si legge Etica. Se c’è qualcuno che proprio deve mortificarsi non sono di certo i consiglieri comunali antifascisti, quanto chi, immemore degli insulti ricevuti nel passato, si china, senza un briciolo di dignità, al potente di turno pur di ritagliarsi uno spazio per una poltrona.
Giuseppe Boccino
Consigliere comunale a Trapani