Domenico Venuti, sindaco di Salemi, si è dimesso dal Partito Democratico. Nella sua lunga lettera c'è tanta amarezza. E' una resa?
L'amarezza sicuramente, resa no. La resa va tenuta come ultima ipotesi, quello che abbiamo visto negli ultimi mesi ci ha indicato che non è un buon momento ma non soltanto per la battuta d'arresto che c'è stata alle ultime politiche ma anche e soprattutto perchè non si è trovato un momento per discutere delle ragioni vere che hanno portato alla sconfitta.
La sua riflessione non irrompe a ciel sereno. E' da tempo che riflette...
Si, da lì la sofferenza. Ho contribuito a fondare il partito e a conseguire dei risultati, almeno fino alle ultime regionali. E' chiaro che questo partito va ripensato nel modo di essere e di esistere, di collocarsi, di discutere e affrontare i problemi che non siano solo quelli della classe dirigente ma che siano i problemi reali del Paese. Lo scollamento deriva da lì a livello nazionale e poi a caduta interessa tutti. I risultati che si raggiungono sui territori sono importanti se inquadrati in un ragionamento più complessivo. Ho riflettuto molto, l'assenza del dibattito e l'inizio, confermato in assemblea nazionale a luglio scorso, di una lotta intestina sta dando la sua peggiore espressione. C'è molto da rivedere. Non è una resa, così però non va e il mio tempo lo dedico ad altro, ho tanto da fare.
La città di Salemi è chiamata al voto nella primavera del 2019. Si ricandida?
Su questo stiamo ragionando, lasciare a metà un percorso non è corretto, è proprio su questo che stiamo riflettendo. Sono stati anni duri e complicati perchè in questo momento è complicato amministrare, Salemi veniva da condizioni molto particolari. Tutta una serie di difficoltà interne per una gestione finanziaria non oculata, i primi tre anni sono stati molto duri. La fatica che abbiamo fatto per rimettere in piedi il Comune sta dando dei frutti e sarebbe un peccato lasciare tutto così.
Sindaco, ci sono delle lamentele che riguardano l'approvvigionamento idrico e la raccolta della differenziata. Cosa rispondiamo?
Le lagnanze ci sono, nessuno può fare miracoli, la perfezione non è umana. Abbiamo trovato una città che faceva la raccolta con un metodo 100% a cassonetto e abbiamo subito le crisi che dal 2013 in poi hanno portato le nostre città ad essere piene di spazzatura. Oggi siamo al 60% di differenziata e abbiamo iniziato un percorso che, grazie ai cittadini, ha prodotto dei buoni risultati. Le uniche battute di arresto che ci sono state per i Comuni sono legate alla mancata realizzazione di impianti e di discariche, cose a cui dovrebbe pensare la Regione e non i Comuni.
Sull'acqua, che diciamo?
E' un rapporto che riguarda l'Eas, i Comuni e la Regione con una legge che stenta a decollare. Adesso hanno mandato i commissari per farci fare le reti ma le reti sono in condizioni indecenti da decenni e le bollette si pagano all'Eas. Noi interveniamo nella manutenzione della rete idrica e continuiamo ad intervenire con Sicilia Acque. Siamo in un periodo di grande crisi che riguarda tutti per cui speriamo di trovare una soluzione complessiva e che non sia scaricato sui sindaci visto che c'è un ente in liquidazione dal 2004 è una cosa indegna. Da come abbiamo trovato la città a come la stiamo lasciando certamente ci sono delle differenze, non tutto è risulto e non tutto è perfetto ma i risultati ci sono in questo percorso.
E' stato rifatto il manto erboso dello stadio...
Si, abbiamo terminato e Salemi ha effettuato la prima partita. Abbiamo risistemato il manto erboso e tutto quello che c'era da sistemare, c'è l'illuminazione a led, la pista è aperta alla cittadinanza che può andarci a correre.
Rossana Titone