Sono stati tutti definitivamente scagionati i medici coinvolti nel caso della morte di Vincenzo Milone Masetta, l'anziano di 85 anni deceduto nel 2017 in circostanze singolari: si è sentito male davanti all'ingresso del pronto soccorso da dove era uscito dopo le dimissioni e, nell'arco di quarantacinque minuti. Erano nove gli indagati, tra dirigenti medici e infermieri. Milone Masetta era andato al pronto soccorso dell'ospedale cittadino accusando problemi respiratori. Dopo essere stato visitato e trasferito, per insufficienza respiratoria, nel reparto di pneumologia è stato rimandato al pronto soccorso per le dimissioni. Uscito dall'area di emergenza, mentre attendeva l'arrivo dei familiari davanti all'ingresso, l'anziano si è nuovamente sentito male. Scattato il codice rosso è stato portato d'urgenza di nuovo al Pronto soccorso dove, poco dopo, è deceduto.
Il GIP del Tribunale di Trapani ha accolto la linea difensiva degli indagati ed ha rigettato l'opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dai familiari del paziente Masetta. Tutti i medici e gli infermieri sono risultati estranei a qualsiasi responsabilità medica. In particolare la dottoressa Maria Grazia Miccichè, (nella foto) che ha guidato tutte le operazioni di soccorso collaborata dai colleghi. Ha dimostrato (con perizia medico/legale a propria difesa) che sono stati osservati tutti i protocolli sanitari e le procedure di emergenza per tentare di salvare la vita dell'anziano paziente. Dichiara il suo avvocato, Fabio Sammartano: "Purtroppo fin troppo spesso vi sono procedimenti penali a carico dei sanitari del pronto soccorso senza nessuna responsabilità perché in tali casi la disperazione sofferta dai familiari di un paziente deceduto si scaglia proprio contro coloro che ogni giorno tentano di salvare le vite umane a cui la società civile affida le sorti".
Il pronto soccorso rimane un luogo sicuro con personale sanitario altamente specializzato nella medicina d'urgenza.