Assolta dall’accusa di guida in stato di ebbrezza alcolica perché, prima del test, effettuato al Pronto soccorso con prelievo ematico, non fu avvertita (dalla polizia municipale) della facoltà di farsi assistere da un legale di fiducia.
A sentenziare l’assoluzione, sulla base anche di una recente pronuncia della IV sezione penale della Cassazione (la numero 29081 dello scorso 22 marzo, depositata il 22 giugno), è stato il giudice monocratico di Marsala Ernesto Vallone.
Imputata era una donna di 33 anni (B.N. le sue iniziali) che nel luglio 2017, alla guida di un’auto, fu coinvolta in un incidente stradale e dopo essere stata accompagnata all’ospedale di Marsala fu trovata con un tasso di 1,50 grammi di alcool nel sangue. Un grammo in più, per litro di sangue, del limite previsto dalla legge.
A difendere la donna, puntando proprio sulla pronuncia della Cassazione, è stato l’avvocato Vito Cimiotta, che nel processo ha evidenziato come il test alcolemico, effettuato senza avvertire la persona sottoposta ad accertamento della facoltà di farsi assistere da un legale, sia nullo. E questo perché, per legge, tutti gli accertamenti “irripetibili”, devono essere svolti alla presenza di un difensore. O comunque, l’interessato deve essere avvertito della possibilità di avvalersene.