Dopo il successo dell’esordio con il “Mobbidicchi” di Giacomo Bonagiuso, la stagione teatrale “Straniàri” dirertta dallo stesso Bonagiuso e da Fabrizio Ferracane, ospita uno spettacolo che dopo aver toccato il Piccolo di Milano e il Biondo di Palermo, approda il 20 novembre alle ore 21, al Marconi di Castelvetrano. Lo spettacolo rimette a tema la questione della “giustizia” in Italia, ma non come nesso tra “errore” e “pena”, ma in modo più pungente, come narrazione di una vita che sarebbe stata stroncata all’interno di un meccanismo di cui ancora oggi sono ignoti moventi e cause.
“Come un granello di sabbia “ di Salvatore Arena e Massimo Barilla è uno spettacolo disarmante nella sua bellezza, ed affonda la sua scrittura nella storia di Giuseppe Gulotta, muratore di Alcamo, che nel 1976, da assoluto innocente, venne condannato per omicidio per la strage della casermetta di Alcamo in cui persero la vita due carabinieri, il diciannovenne Carmine Apuzzo e l’appuntato Salvatore Falcetta.
Gulotta, muratore diciottenne, scontò 22 anni di prigione, prima di riuscire a dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti. L’accusa si basò in ogni grado di giudizio sulla confessione dello stesso Gulotta, estorta con la tortura, e a nulla valse il ritrattarla. Un meccanismo quasi perfetto nella sua assurda ingiustizia nel quale Gulotta di trovò imprigionato “come un granello di sabbia”. Ma i granelli di sabbia, a volte, conn la testarda forza dell’innocenza, riescono ad inceppare l’ingranaggio. Ed a ristabilire almeno una parte cospicua della verità Lo spettacolo è prodotto da Mana Chuma Teatro, con le luci di Stefano Barbagallo, le musiche di Luigi Polimeni e le scene di Aldo Zucco. La regia è di Massimo Barilla e Salvatore Arena.