Dopo anni di polemiche, richieste di aiuto, istituzioni di tavoli tecnici, non c’è stato nulla da fare, e non si è trovata nessuna soluzione, la Casa di Riposo “Giovanni XXIII” di Marsala è chiusa e al momento non ospita più nessun anziano.
l’Ipab marsalese la settimana scorsa ha vissuto le giornate più drammatiche della sua lunga e gloriosa storia. La situazione economica sempre più deficitaria che durava ormai da anni è precipitata e a ciò si è aggiunto anche un incendio nello scantinato che abbiamo raccontato in questo nostro articolo.
In merito alla Casa di Riposo abbiamo chiesto notizie all’assessore alle Politiche Sociali Clara Ruggieri che ci ha confermato l’avvenuto trasferimento degli ospiti che si è reso necessario per via della impossibilità di continuare il servizio.
“Un incendio, le dimissioni del commissario straordinario e la segretaria che scriveva categoricamente che non poteva più assumersi la responsabilità – ci dice l’assessore Ruggieri – e a quel punto il dirigente ha deciso e ritenuto opportuno per tutelare gli anziani di trasferirli in altro luogo protetto. Le 20 persone presenti sono state trasferite in due Ipab, una di Santa Ninfa e una di Alcamo, strutture che paga il Comune di Marsala tramite una convenzione. Questi ospiti sono tutti marsalesi."
Abbiamo chiesto all'assessore Ruggieri se è una chiusura definitiva o no: "No, per il momento è un trasferimento che speriamo sia provvisorio, stiamo vedendo perché ci sono delle possibilità che la Regione intervenga o altre soluzioni che stiamo cercando. Per noi la Casa di Riposo nonostante le notevoli criticità non è da chiudere, confidiamo in altre opportunità che possano essere risolutive - la sua risposta-.
Nei giorni scorsi il Consigliere comunale Daniele Nuccio che, nel mese di settembre aveva chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico con una sua nota pubblica aveva detto, senza giri di parole, che in questa vicenda dell’Ipab la politica marsalese e non solo ha fallito: "Abbiamo fallito. Dovremmo tutti, amministratori pubblici, funzionari, deputati e consiglieri ed ognuno per il proprio grado di responsabilità, rivolgere le nostre più sincere scuse. Il “tavolo di crisi” che doveva cercare di far sopravvivere l’ente ha fallito.
Nuccio però ha ricordato, oltre al problema degli anziani anche a quello dei lavoratori della struttura. "Ad oggi il personale della casa di Riposo è composto da 15 unità di ruolo e 5 precari - si legge nella nota di Nuccio -. Buona parte di essi hanno maturato oltre quaranta mensilità di stipendi arretrati. L’anello più debole che, come spesso accade dalle nostre parti, paga il prezzo più alto. Tutto questo è immorale. La classe politica del territorio - conclude il consigliere - non può che assumersene la totale responsabilità".