Non termina l’emergenza migranti. La Ong tedesca Sea Eye è alla ricerca di un porto dove far sbarcare 17 persone soccorse nel Mediterraneo. Si tratta di una donna e 16 uomini, che erano stipati in una piccola barca di legno, partita dalle coste libiche. La Ong spiega in un comunicato di essersi “opposta alla consegna delle persone soccorse alla Guardia costiera libica. Avrebbe rappresentato una violazione delle leggi internazionali”.
Altri 32 migranti, soccorsi il 22 dicembre da Sea Watch 3, sono ancora in attesa tra Malta e Lampedusa di un approdo sicuro. Oggi è il nono giorno in mezzo al mare e non si intravede nessun approdo per i 32 profughi a bordo della Sea Watch 3, salvati da un’imbarcazione in difficoltà partita dalle coste libiche.
L’Europa sembra ferma nella ricerca di una risoluzione. Nessuno vuole queste persone e soprattutto nessuno sembra occuparsi della loro sorte. Italia, Malta, Spagna, Grecia, Tunisia a cui, nelle ore immediatamente successive al soccorso, era stato chiesto un porto sicuro, hanno detto no. A bordo ci sono anche tre bambini piccoli, la temperatura è molto rigida, sottocoperta non c’è posto per tutti e le scorte di acqua e cibo cominciano ad essere razionate.
È partito quindi un appello dalle due organizzazioni alla Germania. “E’ ora che il governo tedesco si faccia avanti e dia prova di responsabilità: due navi hanno bisogno di un porto sicuro. Adesso”. Un portavoce del gruppo, Ruben Neugebauer, ha reso noto che la Sea Watch 3 batte bandiera olandese e attualmente si trova poco a sud di Malta: la situazione a bordo è stabile ma le condizioni del tempo che secondo le previsioni cambieranno impongono l’attracco a breve in un porto, ha sottolineato. “Serve assolutamente una soluzione quest’anno”, ha detto.