La Sicilia ancora al centro delle polemiche sull'accoglienza dei disperati che scappano da guerra e miseria e cercano accoglienza dopo la loro traversata nel Mediterraneo.
La navigazione è cominciata sette giorni fa, ma sin dal primo momento, è sembrato chiaro che Sea Watch 3 con il suo carico di migranti, alla fine avrebbe orientato la prua verso l'Italia. E così ha fatto l'equipaggio della Ong olandese, portando di nuovo il ministro Salvini a puntare i piedi e a difendere la posizione: «Questa è l'ennesima provocazione - ha dichiarato - La nostra linea non cambia, né cambierà. Nessuno sbarcherà sulle nostre coste, i porti restano chiusi. La Sea Watch - ha aggiunto nel corso della diretta Facebook dopo che è stata chiesta l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso della nave Diciotti - ha vagato davanti alla Tunisia senza far nulla. Ha vagato davanti a Malta senza fare nulla e adesso arriva in Italia? Nisba. Andate in Olanda, in Francia, in Germania, andate dove volete ma non qui. Fatevene una ragione».
SOCCORSI E MEDICI
Questa volta, però, almeno per il momento, il responsabile del Viminale non è solo, perché nella vicenda dei 47 disperati soccorsi in mezzo al mare su un gommone in avaria, è intervenuto con toni duri anche l'altro vicepremier Luigi Di Maio: «La nave avrà da parte del governo italiano supporto medico e sanitario - ha fatto sapere attraverso i social - Invito a puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni. Anche perché - ha insistito - come stabilito a giugno 2018 nel Consiglio Ue, le responsabilità dell'Europa sull'immigrazione sono condivise. Quindi anche la Francia deve fare la sua parte».
Il braccio di ferro, dunque, continua. E la strategia politica del o tutti o nessuno, sta facendo guadagnare al governo di Roma critiche su critiche. Ieri anche quella dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che nel rapporto di monitoraggio sull'Italia votato a Strasburgo, si è detta «preoccupata dall'aumento degli atteggiamenti razzisti, della xenofobia e delle posizioni anti Rom nel discorso pubblico, in particolare sui media e su Internet, e dall'aumento dei discorsi d'odio da parte dei politici». Una posizione che la delegazione italiana, bipartisan, ha tentato di far modificare fino all'ultimo presentando degli emendamenti, ma senza ottenere risultati. Nella stessa relazione si esprime anche preoccupazione per la politica di chiusura dei porti ai migranti.
Nel frattempo, da Sea Watch arrivano messaggi con i quali si motiva la decisione di lasciare le acque davanti a Malta per puntare verso l'Italia, dove erano ieri sera nei pressi di Augusta, tra Siracusa e Catania, per cercare di trovare una zona più ridossata. «Sul nostro mare - ha spiegato il portavoce della Ong, Ruben Neugebauer - si sta abbattendo un ciclone mediterraneo, fenomeno meteo piuttosto raro con onde di 7 metri, pioggia e vento gelido. La nave sta navigando in questa tempesta cercando un riparo. Ci stiamo dirigendo verso la Sicilia orientale, perché è l'unico posto più riparato».
LA PROPOSTA
Durante la notte, il mercantile sembra aver virato un'altra volta, ritornando verso Siracusa, probabilmente perché il sindaco Francesco Italia ha dato la sua disponibilità ad accoglierli. «L'amministrazione comunale è pronta a riceverli - ha dichiarato - avvalendosi della collaborazione della Curia e di tante associazione che sono state contattate e hanno dato la loro disponibilità». Il primo cittadino ha spiegato di aver già scritto al ministro della Marina mercantile e, per conoscenza, al prefetto e al comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, chiedendo di consentire l'attracco del natante. «Siracusa - ha detto - fa dell'accoglienza un tratto distintivo al quale non intendiamo derogare. Quando ci sono richieste di aiuto da parte di persone in stato di incertezza e di angoscia, anche a causa delle difficili condizioni meteo-marine, non si può rispondere, come ha fatto il ministro Di Maio, di rivolgere la prua verso Marsiglia: così si negano solo i diritti sanciti dalle norme internazionali e della navigazione». Stessa volontà hanno manifestato i sindaci di Napoli e di Palermo, ma difficilmente la Capitaneria di porto potrà consentire lo sbarco, davanti alla posizione di chiusura netta dei ministri competenti.