Il pm Giulia D’Alessandro ha chiesto il rinvio a giudizio, per furto aggravato e indebito utilizzo di carta bancomat, del 34enne marsalese Francesco Lombardino, che il 20 agosto 2018, quando lavorava come addetto al bancone frutta e verdura del Conad Mega market di Petrosino, avrebbe rubato un portafogli che era dentro un’auto in sosta nel parcheggio dell’esercizio commerciale.
Nel portafogli, oltre ai documenti, c’erano una carta bancomat, una carta di credito e 900 euro in contanti. L’auto era di proprietà di Vita Gabriele. Con la carta bancomat avrebbe, poi, prelevato 250 euro da uno sportello del Credem di contrada Cuore di Gesù. E altri 250 euro avrebbe prelevato, insieme al fratello Gianpiero Lombardino, di 32 anni, l’indomani, a Strasatti. Anche per Gianpiero Lombardino è stato chiesto il rinvio a giudizio. In questo caso, “solo” per indebito utilizzo di carta bancomat. L’udienza preliminare è stata fissata per il 7 marzo. A difendere i fratelli è l’avvocato Vito Daniele Cimiotta. Dei due fratelli, quello noto alle cronache era il più piccolo, Gianpiero, che ai primi di marzo del 2016 fu posto agli arresti domiciliari dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale. Ed inoltre segnalato alla prefettura per possesso di alcune dosi di marijuana. Fu bloccato a Porta Nuova nel corso di un controllo anti-droga e reagì sferrando calci all’auto dei carabinieri. “Una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, diretta dal Mar.A.s.ups. Antonio PIPITONE – scrissero i carabinieri nel comunicato stampa - mentre perlustrava la zona del centro storico notava, nei pressi di Porta Nuova, un noto spacciatore marsalese mentre, con fare circospetto, si avvicinava ad una vettura parcheggiata lungo la strada con a bordo due ragazzi. Insospettiti dalla circostanza, i militari decidevano di osservare più da vicino l’evento e, una volta appurato che il soggetto si era affacciato all’interno della macchina dal lato passeggero, intervenivano fermando i tre. Da una prima ispezione dei tre soggetti, tra le mani di uno di loro, LOMBARDINO Gianpiero, venivano rinvenute diverse dosi di marijuana confezionate con della carta stagnola. Per tale motivo i militari decidevano di sottoporre tutti a perquisizione personale finalizzata alla ricerca altra sostanza stupefacente. Questa decisione faceva imbestialire il LOMBARDINO che tentava più volte di divincolarsi dagli operanti adducendo banali scuse per cui si sarebbe dovuto allontanare. Il diniego a tale richiesta peggiorava la situazione al punto che lo stesso iniziava ad inveire ad alta voce nei confronti dei Carabinieri, dimenandosi e scalciando anche contro l’autovettura di servizio che era lì parcheggiata. Alla scena assisteva un cospicuo numero di persone accorse per via della confusione che si stava creando. La resistenza opposta dal ragazzo era tale da costringere i due operatori a richiedere alla Centrale Operativa l’invio di rinforzi atteso che il LOMBARDINO insisteva a non voler essere sottoposto all’atto di Polizia Giudiziaria, facendo di tutto per impedire al personale in divisa di controllarlo. Solo con l’arrivo di un’altra pattuglia si riusciva a bloccare completamente il soggetto che veniva fatto salire all’interno della Gazzella non senza qualche difficoltà per via dei calci che venivano sferrati alla portiera della macchina nel tentativo di non farla chiudere. Una volta giunti in caserma il LOMBARDINO continuava ad opporre resistenza ai militari, insultandoli e minacciandoli di ripercussioni future. Purtuttavia la perquisizione proseguiva consentendo di rinvenire un’ulteriore modica quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana, all’interno della giacca. A tal punto, considerando l’enorme resistenza fisica del LOMBARDINO, nel tentativo di eludere ed impedire il controllo dei militari, anche in virtù del fatto che lo stesso non aveva avuto remore ad insultarli e minacciarli sulla pubblica via davanti a molti passati intervenuti, i Carabinieri, ultimati gli atti e gli accertamenti sul suo conto, procedevano a dichiararlo in stato di arresto per Resistenza a Pubblico Ufficiale ed a segnalarlo alla prefettura per via della sostanza stupefacente rinvenuta”.