Ancora un’eccezione difensiva (respinta) nel processo che, in Tribunale, vede imputati tre tecnici e un imprenditore edile coinvolti nel caso della “lottizzazione abusiva” finalizzata, secondo l’accusa, alla cementificazione, ad opera di una società di Michele Licata, di una “zona a protezione speciale” in prossimità della spiaggia di Torrazza.
Il legale di uno degli imputati, infatti, ha riproposto l’eccezione, già rigettata in precedenza, tendente a far dichiarare la nullità del decreto di citazione a giudizio.
Per il giudice, però, la notifica all’imputato Pirrera è regolare. Per ascoltare, comunque, il consulente della Procura, l’ingegnere Casano, il processo è stato rinviato al 15 aprile. Nei grafici acquisiti dall’accusa c’è il progetto di un grande complesso turistico. La vicenda ha già visto la condanna, in primo grado, dell’ex imprenditore leader nel settore ristorazione-alberghiero Michele Licata a due anni e mezzo di carcere. I tre tecnici e il costruttore imputati sono accusati di “concorso” nel reato. Alla sbarra sono gli architetti Giovanni Giuseppe Cammarata, tecnico “storico” di Licata, Gianluigi Pirrera e Gian Piero Lentini, progettista dello stabilimento balneare, e il costruttore Giuseppe Sciacca. Tutti, secondo l’accusa, avrebbero avuto un ruolo nel progetto di “cementificazione” della zona di Torrazza. A sostenere l’accusa è il pm Antonella Trainito. Anche in questo dibattimento il Comune di Petrosino è parte civile. A rappresentarlo è l’avvocato Valerio Vartolo.