"Il progetto di restyling del porto di Trapani presenta alcune criticità". Lo sottolinea, con una nota, il movimento Articolo 1. Nella nota a firma del presidente Antonio Gandolfo, il movimento elenca una serie di cose che non vanno. Eccole.
La progettazione viene proposta in assenza della completa revisione dello strumento fondamentali del piano regolatore del porto fermo agli anni 60 e superato nei fatti dagli interventi intervenuti nel tempo senza alcuna programmazione. Il mancato prolungamento della banchina Garibaldi fino al raddoppio di fronte a 300 metri non consente l’attracco delle navi crociera di grande dimensione che così vengono escluse. Il rapporto con la realtà del centro storico viene rimosso e si procede senza in alcun modo interagire con esso, con la delimitazione di un perimetro precluso allo scambio . Rimane infine l’assenza di una strategia di sviluppo del porto che non ha una propria collocazione dentro un piano di canalizzazione dei flussi merci e passeggeri nella Sicilia occidentale. Interessi particolari che detengono posizioni dominanti nel porto di Trapani e preferiscono mantenere lo status quo, piuttosto che puntare sulla innovazione e l'apertura a nuove prospettive di sviluppo. Trapani, il porto ed il territorio hanno urgente bisogno di fare fronte comune mettendo in rete istituzioni, forze produttive, competenze professionali e buona politica per costruire le condizioni necessarie a fare il salto di qualità indispensabile per diventare un polo concorrenziale nella regione e nel Mediterraneo. È il compito che la classe dirigente locale non può disattendere, pena la progressiva marginalizzazione e irrilevanza cui sarà condannata la nostra terra.