Si chiama Antonio Giaramita. È un colonnello della Guardia di Finanza in pensione ed è candidato con la lista civica Legalmente Castelvetrano. Vive a Genova ma è originario di Castelvetrano.
Qual è, secondo lei, la prima priorità per la città?
Prima di tutto ci sarebbe da normalizzare i rapporti del comune con i cittadini, rivitalizzando i servizi, che in questi ultimi anni sono stati un po’ latitanti.
La seconda?
Cercare di gestire al meglio la cosa pubblica, pur non avendo denaro in cassa, visto il default.
La mia ricetta è quella di cercare investitori di fuori, dare ottimismo, far capire che la città non è fatta solo di mafia e malaffare. In questo modo si creerebbe un processo per cui, magari qualche ragazzo viene assunto e non va a cercare lavoro altrove. E di conseguenza, vediamo se si può rimettere in moto la macchina economica del comune e del nostro comprensorio.
Come affronterà il problema della riscossione dei tributi?
Molti cittadini mi dicono che vorrebbero pagare, ma che le cifre si sono fatte un po’ grosse. Ci vorrebbe quindi una forma di rateizzazione, in modo da venire incontro alle possibilità di ogni famiglia.
Questa però non è un’idea nuova. La commissione straordinaria ci aveva provato proprio in questi termini, ma i risultati non sono arrivati.
Sì, però la rateizzazione si può fare in mille modi diversi. Adesso non mi voglio dilungare a dire come, ma si potrebbe snellire la burocrazia della richiesta, sempre rimanendo sulla scia dell’operato della commissione. E poi abbiamo pensato ad una sorta di baratto di lavoro con le famiglie che sono debitrici, in modo da poter azzerare il debito.
Come nasce Legalmente Castelvetrano? Perché il progetto della Lega, con Alessandra Cascio candidata sindaco, è stato abbandonato in favore di questa lista civica che invece la vede come candidata al consiglio comunale?
Ci sono stati dei problemi organizzativi e la Lega ha deciso di non partecipare nella città di Castelvetrano.
Perché?
Non lo so, bisognerebbe chiederlo a qualcuno della Lega. Io non ne faccio parte e non sono titolato a rispondere.
Mi scusi, ma lei non è curioso di saperlo?
Il motivo potrei anche immaginarlo, però non sono abituato a parlare senza prove. Forse sarà un motivo politico legato al momento che sta attraversando Castelvetrano. Ad ogni modo non si tratta di decisioni mie, anche perché io sono arrivato all’ultimo istante, da outsider. Le dirò che nonostante i tempi strettissimi, si è riusciti a raccogliere 280 firme per la registrazione del simbolo, a fronte delle 250 necessarie. Le abbiamo raccolte in un solo giorno. Sono venuti a firmare tutti per quest’idea di legalità, comprese le persone anziane, zie e nonne dei nostri candidati, perfino un’ultranovantenne. Ed io non posso che ringraziarli tutti per il loro entusiasmo.
Cosa pensa del sistema di clientele e corruttele emerso dalla recente operazione Artemisia?
Non ho approfondito molto l’argomento. Ma da quello che emerge dalle cronache, sono dei centri di potere che a Castelvetrano hanno funzionato per tanti anni, simili a quelli che possono essere presenti in qualsiasi altra parte d’Italia. Solo che qui da noi prendono magari un fumus diverso rispetto alla stessa cosa che può succedere a Milano, Pavia o in qualsiasi altra città. Ad ogni modo, il diavolo fa le pentole e non i coperchi, prima o poi tutto viene fuori e, grazie alla magistratura ed ai poliziotti, alla fine la giustizia regna sovrana. In questo caso poi, il fatto che determinati fatti siano emersi ora, è anche positivo per questa competizione elettorale.
Mi hanno voluto come candidato proprio perché sono al di fuori da queste mischia, e mi concentrerò solo per il bene della città.
C’è una categoria di persone che più di tutte potrebbe rispondere al suo appello? Non so, l’imprenditoria locale, le associazioni?
Sono tutte quelle persone che non volevano andare a votare. Io credo di incarnare la protesta degli astensionisti. Attenzione, non dei qualunquisti, ma di coloro che sceglierebbero il non voto perché non riescono a vedere in giro una vera proposta di discontinuità. Sono convinto che a prescindere dalle simpatie di destra o di sinistra, ci sia bisogno di un capo condominio, non di rivoluzioni ideologiche. Ecco, io cercherò di farlo nel migliore dei modi, pur se la macchina è senza soldi ed è ancora più complicato.
E’ corretto pensare che i simpatizzanti e gli elettori della Lega si siano spostati nella sua lista civica Legalmente Castelvetrano?
Ciò che guida queste persone è l’entusiasmo, del tutto simile a quello dei primi momenti dei 5 Stelle. Ma le persone legate alla Lega sono del tutto minoritarie. In ogni caso è una lista civica che si occuperà di amministrare concretamente una città. E’ come se, tornando all’esempio del condominio, dovessimo occuparci delle scale e dell’ascensore che deve funzionare.
Nonostante tutto, non sembra che lei abbia l’ossessione del nuovo a tutti costi, anche tra i suoi sostenitori. Per esempio tra questi c’è Piero D’Angelo, che è un ex consigliere comunale di grande esperienza, iscritto alla massoneria. In questo clima di “caccia al massone” qual è la sua posizione?
Conosco Piero D’Angelo da una ventina di giorni. E’ una delle persone più corrette, preparate, oneste e belle che abbia mai conosciuto nella mia vita. Tra l’altro, non so nemmeno politicamente a chi facesse riferimento.
In ogni caso, non ho pregiudizi nei confronti della massoneria: Mazzini e Garibaldi erano massoni ed hanno fatto l’Italia. Ma se l’intendiamo come centro d’affari, allora non c’è dubbio che sia un cancro.
Molto sinteticamente, per quali ragioni i cittadini dovrebbero votare Antonio Giaramita?
Prima di tutto perché sono il nuovo, senza voler demonizzare il vecchio, naturalmente. Tutti si lamentano che le cose non cambiano perché ci sono sempre le stesse facce… e allora, eccomi qua. E poi perché in 40 anni di lavoro, ho intrattenuto diversi rapporti sociali, anche di tipo istituzionale con diverse imprese a capitale pubblico. Se diventassi sindaco potrei coinvolgere vari soggetti ad investire qui, con dei project financing che non comporterebbero oneri da parte del comune.
Egidio Morici