Castelvetrano sceglie il Movimento 5 Stelle.
La vittoria di Enzo Alfano è stata schiacciante: 8380 voti, a fronte dei 4578 di Calogero Martire che, con le sue due liste civiche non è riuscito a raggiungere l’Obiettivo Città e a Ricominciare Insieme.
Alfano ha avuto il 64,67%, ma l’affluenza al voto del 47% ci dice che la nuova svolta a 5 Stelle è stata voluta soltanto dal 30% degli elettori: gli altri si dividono tra coloro che non hanno votato (14.914 persone) e coloro che invece hanno votato Martire (come si diceva, 4578 persone).
Il partito dell’astensione sembra aver ingrossato di molto le sue file rispetto alle precedenti amministrative del 2012, quando partecipò al voto il 75% degli elettori.
La volontà di tornare ad un governo della città democraticamente eletto, dopo due anni di commissariamento per mafia ed un dissesto finanziario, non si è dunque tramutata nella prevista partecipazione.
E la percentuale dell’astensione non è stata poi tanto diversa nemmeno al primo turno, quando era possibile scegliere tra ben sei candidati.
Aveva probabilmente ragione l’ex candidata Vita Alba Pellerito a dire che gli arresti di Artemisia avrebbero permesso un voto più libero. Una libertà che alla fine ha avuto un nome: Enzo Alfano.
Anche se molti sono convinti che la disaffezione nei confronti di quella vecchia politica, in parte responsabile dello scioglimento per mafia e del dissesto, avrebbe comunque prodotto un sindaco pentastellato a prescindere, con il principale requisito di non aver mai avuto a che fare con le vecchie facce.
Il sindaco Alfano ieri è stato a Caltanissetta, insieme al ministro Luigi Di Maio e a Roberto Gambino, il nuovo primo cittadino eletto dai nisseni.
“Abbiamo avuto quasi il 65% in tutte le sezioni – ha detto dal palco - E’ tutta la città che ha voluto il cambiamento. La città doveva alzare la testa e l’ha alzata. E non era facile, a Castelvetrano le hanno tentate tutte: davanti alle sezioni c’erano i potentati di un tempo. Ma la gente li salutava e poi votava Alfano, votava il cambiamento”.
Da domani, ha poi assicurato Alfano, “a Castelvetrano si parlerà di storia, di cultura, di eccellenza. E lo faremo insieme a loro. Perché più volte abbiamo detto che cercavamo un voto di partecipazione, non di delega. Le difficoltà che troveremo le faremo sapere ai nostri concittadini ed insieme faremo le cose che debbono essere fatte”.
In un’intervista a Rainews ha parlato anche del personale dipendente del comune, al quale “Vogliamo fare formazione, perché tutti devono sapere quali sono quegli atti che loro pongono in essere, che in qualche modo possono nascondere attività di corruzione”.
E dalla sua pagina facebook fa sapere anche di essere disponibile a “chiedere alle forze politiche di mettere sul nostro tavolo di lavoro i punti del loro programma di cui noi non abbiamo parlato, in modo da prenderli in considerazione per partecipare tutti insieme alla rinascita della città”.
Finisce quindi il “lungo” periodo di commissariamento. La nuova amministrazione, essendo di natura politica e non più tecnico istituzionale, dovrà fornire delle risposte che non potranno non tenere conto delle promesse fatte in campagna elettorale.
Sarà un quinquennio difficile, in cui le opposizioni avranno tutto il tempo per prepararsi alle prossime amministrative.
Archiviate le idee da campagna elettorale, i Cinque Stelle dovranno fare i conti con le azioni di risanamento economico. Le più efficaci, in grado di aumentate le entrate del comune, sarebbero anche quelle più impopolari. Mentre quelle meno efficaci (più morbide e meno impopolari), potrebbero non riuscire a garantire i servizi minimi essenziali.
Insomma, in ogni caso il rischio di creare scontento è molto alto.
E sarebbe pane quotidiano per quelle opposizioni che, in questi due anni, hanno più volte attaccato la commissione straordinaria come se fosse un avversario politico.
Egidio Morici