Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/05/2019 06:00:00

Elezioni Europee, come stanno andando gli ultimi giorni di campagna elettorale in Sicilia

 Ci si avvia all’ultima settimana di campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo.


I candidati hanno girato la Sicilia e la Sardegna, le liste il 26 notte dovranno fare i conti con le loro percentuali.
Sul risultato delle elezioni europee si calibrerà anche l’equilibrio incerto di questo governo nazionale, Cinque Stelle e Lega pare non siano più al primo amore, le divergenze interne hanno un peso.
C’è chi ipotizza nuove elezioni. Difficile. Ci si potrebbe avviare, semmai, ad un governo tecnico che poi traghetti il Paese alla prossima consultazione elettorale.
Del resto l’Italia ha fatto del governo tecnico un suo modus operandi, ed è uno dei motivi di disaffezione dei cittadini dalla politica.
L’ipotesi più indicata sarebbe una unione tra i grillini e una parte del Pd, che da sempre ha guardato con favore ad una alleanza con i pentastellati.
Siamo nel campo di un terreno davvero argilloso, il Pd rischierebbe di implodere e a consumare l’ennesima scissione interna, i renziani mai siederebbero al tavolo con i Cinque Stelle.


Le elezioni europee faranno da spartiacque e indicheranno il dopo.  Ma che campagna elettorale è stata?
Una campagna elettorale senza infamia e senza gloria, semplicemente non c’è stata. I candidati sono stati chiusi in piccoli comitati, arrivano incontrano gente e poi partano.


Niente volantini in strada, niente cartelloni, niente comizi, niente sale di hotel piene, ad eccezione di Forza Italia.
Il partito di Silvio Berlusconi si è concesso alla folla, non teme il flop, va avanti nonostante le contestazioni, si muove compatto verso la meta che è quella almeno di portare due eletti a Strasburgo.
La lista è Palermo centrica, in campo sia Saverio Romano che Peppe Milazzo hanno dimostrato da anni che le campagne elettorali le sanno fare e da Messina a Trapani hanno parlato ad una platea ampia.
Gli altri partiti non pervenuti. Ognuno racconta la sua storia, di una grande competizione e di numerosi incontri, chissà se saranno tramutati in voti.
Ognuno parla una lingua diversa da quella del cittadino.
Il Pd continua con i suoi giochi di apparato, piccoli eventi organizzati dalla casta, dove ognuno arriva e fa il suo discorsetto. Si parlano tra di loro, i presenti sono sempre addetti ai lavori ovvero simpatizzanti ma di allargare la platea non se ne parla, tanto vale utilizzare casa propria.
Non va bene nemmeno alla Lega di Matteo Salvini, nei territori ci sono i responsabili che non hanno organizzato un solo momento di confronto libero e aperto.


Sperano nel voto di opinione e in quello di trascinamento del capolista Salvini, non è così. Tranne che la Lega non voglia uniformarsi ai Cinque Stelle, loro sì che hanno sempre goduto del voto di opinione.
Il 26 maggio si andrà alle urne, scegliere chi ci rappresenterà in Europa è doveroso, l’avversario sarà sempre l’astensionismo. In molte città della Sicilia i doppi turni delle amministrative hanno portato l’elettore al voto per ben due volte, la terza sarà domenica prossima. L’affluenza potrebbe seguire un trend basso, è una competizione che si è sentita poco, che non ha coinvolto i territori e che i cittadini hanno semplicemente sfiorato.