Dodici mila euro di multa sono stati inflitti dal Tribunale di Marsala ad una delle tre persone processate a seguito dell’inchiesta dei carabinieri sul cimitero di Salemi.
Un’inchiesta avviata, nell’aprile 2017, su input del senatore pentastellato Vincenzo Maurizio Santangelo. Per deposito “incontrollato all’interno di locali non idonei e all’interno di big bag custoditi in aree aperte e facilmente accessibili al pubblico del cimitero di Salemi di un quantitativo imprecisato di rifiuti speciali derivanti dall’estumulazione e dall’esumazione di bare” è stata condannata la palermitana Paola D’Aguanno, di 51 anni, dirigente del IV settore tecnico del Comune di Salemi. Assolti i salemitani Salvatore Cascia, di 62, responsabile “di fatto” del servizio cimiteriale, e Vito Di Dia, di 60, operaio cantoniere addetto al cimitero.
D’Aguanno e Cascia erano imputati anche per omissione di atti d’ufficio in concorso. Secondo l’accusa, non si erano dati da fare al fine di reperire i necessari loculi per garantire una “degna e tempestiva sepoltura” a nove salme che attendevano da tempo nella camera mortuaria. Ma anche da questa accusa D’Aguanno e Cascia sono stati assolti. Per loro il pm Anna Cecilia Sessa aveva invocato la condanna a otto mesi di reclusione. “E’ emersa – ha affermato il pm nel corso della sua requisitoria – una cattiva gestione cimiteriale. Sia per carenza di fondi necessari a realizzare nuovi loculi, ma anche per cattiva amministrazione. E nulla è stato fatto per risolvere questa situazione”. A difendere i tre imputati sono stati gli avvocati Giuseppe Ippolito (per D’Aguanno), Melchiorre Palermo (per Cascia) e Giuseppe Ferro di Gibellina (per Di Dia).