Alle Consigliere del Consiglio Comunale di Trapani.
Ebbe a dire Tina Anselmi:
“Tutte le battaglie si possono vincere e si possono perdere, noi vogliamo vincerle per difendere le donne, per dare anche a loro una dignità sociale e politica, e tuttavia ricordo proprio alle donne che tutto questo esige la presenza: se non si partecipa, se non si è presenti, quello che si conquista oggi si può perdere domani”.
Lo stucchevole dibattito interno al Consiglio Comunale, sia sulla nomina degli assessori che del vice presidente del Consiglio, ad un certo punto ha resuscitato l’interesse di qualche consigliere sull’esigenza della rappresentatività di genere, ovviamente solo dopo aver auspicato per se la nomina e non averla ottenuta.
Tralasciando il fatto che questi consiglieri non si sono mai curati e sono totalmente analfabeti rispetto alle politiche di genere, lo strumentalizzare le donne per condurre una battaglia personale è deprecabile tanto quanto non dare loro rappresentanza.
Voglio però soffermarmi sul verbo inflazionato in questi giorni, sia rispetto ai giovani che rispetto alle donne, “CONCEDERE”:
“Il Sindaco non ha CONCESSO l’assessorato a questo… non ha CONCESSO lo spazio a quella…”.
Le battaglie delle donne che ci hanno portato alle grandi conquiste sociali e democratiche, sono state improntate al senso dell’azione collettiva e della sperimentazione di nuovi spazi di elaborazione politica. Le donne, non hanno mai elemosinato la rappresentanza, l’autodeterminazione, ma hanno portato l’azione politica a un livello più profondo di quello rappresentato dal dibattito sulle quote rosa: vogliamo parlare di democrazia paritaria e cittadinanza duale, laddove l’identità sociale è arricchimento dell’azione politica stessa. Le politiche femminili devono parlare di meritocrazia, rimettendo la politica tra uomini e donne sul piano pubblico, del confronto, e non costringendola nella strettoia del privato, della lotta tra i sessi, nella supremazia dell’utero e nello stereotipo della “sensibilità maggiore della Donna”.
Da sempre, io credo che gli spazi e la credibilità vadano conquistati e non elemosinati nè concessi: questo vale per le donne, ma anche per le nuove categorie politiche, quelle dei “giovani” e della “società civile”. La conquista si fa con le azioni collettive, con la presenza, anche con la strategia. Con la Politica.
Da sempre, io credo nella capacità delle Persone e non delle categorie.
Alle consigliere del Consiglio Comunale di Trapani – il più Rosa della storia della Città – vorrei dire di unirsi, condividere le esperienze e le idee, collettivizzare un obiettivo.
PiuÌ€ che occupare un tassello, tentate di costruire uno spazio collettivo in cui discutere ed elaborare forme di lettura dell’esistente e possibili forme di azione comune.
Avete un privilegio che chi vi ha preceduto non aveva: diritti e numeri.
Vorrei dirvi di non aver paura di essere Donne e riconoscervi come tali, anche nel linguaggio; di comprendere che quello che, oggi, non sembra essere un vostro problema, in realtà è un problema della società. Di essere femministe.
Non aspettate che un Sindaco, un segretario di partito, un assessore, il vostro capo al lavoro vi concedano uno spazio, un diritto, un minuto di visibilità: prendeteveli, gli spazi, sono vostri e lo resteranno, se li saprete conquistare e mantenere.
Se non saprete farlo, vorrà dire che non lo avete saputo fare.
Siate eccellenti, concedendovi la possibilità di riconoscervi mediocri.
Combattete le vostre battaglie, non lasciatele agli uomini che – microfono in resta, come totem della loro virilità – le strumentalizza: non avete bisogno di cavalier serventi o principi azzurri. Studiate la politica delle donne, non almanaccate svilendola ulteriormente.
E, soprattutto, non travestitevi da uomini.
Valentina Colli
UDI Trapani