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11/09/2019 06:00:00

Il "Rave Party" a Salemi, i commenti e le origini della "festa del qui e ora..."

Il "Rave Party" organizzato a Salemi nei giorni scorsi e bloccato dai carabinieri ha suscitato tanto clamore. Una compagnia di giovani, non è la prima volta che avviene in provincia di Trapani, ha organizzato in un fondo agricolo della contrada salemitana Fontanabianca una di quelle feste no stop, a base di musica martellante che continua senza sosta per ore e ore.

Il volume della musica al massimo non è sfuggito a qualcuno che ha fatto intervenire i militari della stazione di Salemi, che hanno stoppato l'evento musicale, che prevede non solo musica ad alto volume ma anche tanto alcool e non solo. I carabinieri hanno denunciato venticinque organizzatori.

I rave party sono per definizione illegali, organizzati in luoghi isolati dove "le regole non esistono", e vengono considerati dagli appassionati degli atti di "ribellione". La musica utilizzata nei rave è la techno, genere martellante e psichedelico. E solitamente i rave party sono anche occasioni in cui scorre tanta droga senza controllo. I carabinieri hanno fermato tutto questo nelle campagne di Salemi.

Altro rave organizzato e scoperto in provincia di Trapani è stato quello dello scorso anno a Buseto Palizzolo. Qui i carabinieri di Alcamo, dopo complesse indagini, sono riusciti ad arrestare tre giovani che in un locale, "Il contadino", organizzavano rave party a base di droga. Una operazione che portò, all’arresto di tre giovani ai domiciliari per detenzione e spaccio di cocaina ed ecstasy, ma che in realtà coinvolse anche altri indagati, tutti giovanissimi, anche da altri paesi dell'hinterland trapanese. Un testimone ha permesso l’operazione raccontando ai magistrati e agli inquirenti, che a questi eventi erano presenti numerosissimi minorenni. Qualche anno fa invece, fu la volta di un rave scoperto in una cantina abbandonata tra Trapani e Paceco, e anche in quel caso ci fu un blitz dei carabinieri.

Come dicevamo la notizia del rave ha suscitato tanto interesse e anche polemiche e posizioni diverse che i lettori hanno espresso sui social. C’è ad esempio chi come Matteo, su facebook commenta che non ci trova nulla di male e accusa la politica di aver rovinato una città come Salemi: “A Salemi già non c'è niente, i ragazzi organizzano serate per divertirsi e incontrarsi e vengono denunciati e pressi per tossici. Sono ragazzi che per fortuna stanno ancora qui a Salemi, paese rovinato dalla politica e saranno loro sempre ad andare avanti. Poi se volete divertimento ma uno deve andare fuori perché qui chiamano pure l'esercito…
Ciccio:Musica, droga e alcol, una discoteca ... Se si fosse chiesta l'autorizzazione al comune e si pagavano le tasse per centinaia e centinaia di euro, sarebbe stato tutto legale…”.

C’è, invece, chi addirittura ritiene che un rave party sia più tranquillo dei locali che stanno all’Antico Mercato di Marsala come Giovanni: “soprattutto i fighetti risvoltinati che vanno al mercato il sabato sera, si ubriacano e provocano risse insensate, senza un apparente motivo, almeno ai rave si balla e nessuno fa risse per cagate”. Mimma, invece, dice: I giovani di oggi hanno "strane" forme di divertimento”.

Le origini del rave  - Il rave è un fenomeno dalle molteplici sfaccettature e origini, prima fra tutte la musica. La musica su disco, nata agli inizi del ‘900 e pensata per un uso esclusivamente domestico, iniziò ad ottenere maggiore legittimazione negli anni ’70 quando si iniziò a ballare la musica registrata anche nei locali. In quegli anni nacque la cultura dance e, se il disco divenne protagonista delle scene notturne, la figura del disc jockey acquisì sempre più importanza diventando una star. Ne è un esempio Frankie Knuckles, uno dei personaggi più influenti di questa nuova era dance che si stava delineando nelle città di Chicago e Detroit.

La musica techno - Con l’affermarsi della musica techno. Negli anni ’80 l’industria automobilistica ebbe un crollo, molte fabbriche chiusero e la desolazione invase la città. La techno apparve dunque come l’unica forza in grado di riprodurre quel rumore macchinoso delle officine, rompendone il silenzio. Così con la diffusione della techno poco adatta agli spazi ridotti e con l’aumento dei partecipanti, i club diventarono insufficienti, e proprio dall’esigenza di cercare spazi più ampi, le feste iniziarono a spostarsi fuori dalle città. Un’altra origine dei rave si può far risalire ai free festival la cui storia affonda le sue radici nel 1967 quando in California nacque la prima Summer of Love, una manifestazione dallo spirito hippy e pacifista, basata sull’idea della liberazione del corpo e dell’anima a base di LSD ed acid rock. La Second Summer of Love si svolse nel 1988 in Inghilterra dove le protagoniste divennero non solo l’acid house e l’ecstasy (introdotta dai dj che l’avevano scoperta ad Ibiza), ma anche la volontà di sentirsi fuori dalla società e dalle sue restrizioni.

"Il rave party: la festa del qui ed ora"  - I rave (il cui significato è “andare in delirio”) sono dei laboratori del presente, in cui il tempo ordinario si cancella e diventa puro qui ed ora, senza passato né avvenire. Durante le feste a ritmo di techno, il senso di legame come forma di resistenza e compresenza è fondamentale, ma i raver non vogliono sentirsi in obbligo di appartenente a nessun carattere fisso; vogliono solo sentirsi parte dello spirito del dancefloor, dove le gerarchie dominanti all’interno del sistema sociale vengono sovvertite trasgredendo ordini e proibizioni. Hakim Bey definisce questi luoghi momentaneamente occupati come Zone Temporaneamente Autonome, spazi in cui è possibile sentirsi liberi, indipendenti e allo stesso tempo invisibili. Lo spirito del rave party è essenzialmente quello di dimenticare e scomparire, al di là degli sguardi delle autorità e dalle rappresentazioni mediatiche.