Il voto è l’appuntamento con la democrazia, con la libera espressione cittadina di un sindaco e del consiglio comunale.
Sono importanti i consiglieri comunali, sono importanti i punti di riferimento per una democrazia partecipata, mai praticata ma sempre sbandierata.
Marsala è chiamata ad un appuntamento cruciale, la città ha bisogno di linfa che non fa sempre rima con novità, nemmeno con cambiamento.
E’ certo che la strada deve essere quella di una città ecosostenibile, pulita, ambiziosa, capace di interfacciarsi con i suoi cittadini e di non avere la presunzione di dare per scontato l’accettazione di tutto. Se è vero che la campagna elettorale serve per presentare non solo i soggetti in campo ma anche e soprattutto i programmi, è altrettanto vero che non possono essere disattesi, che devono essere condivisi, perché no anche limati.
Quello che è venuto meno, ascoltando i cittadini, è il dialogo, la capacità di essere insieme parte di una comunità, che è sì rappresentata da un sindaco ma non per questo avulsa dal contesto decisionale.
Questo è il risultato di anni di politica decisa non a Marsala, con candidati che sono stati imposti alla città seguendo la logica del “minor danno”, mettendo un tappo allo sviluppo, e quindi alla rappresentanza politica, di un marsalese nelle stanze del potere. Quelle vere, quelle decisionali.
Se il sindaco Alberto Di Girolamo si ricandiderà lo sapremo a breve, ciò che è certo è che dovrà dare un taglio diverso al modo che ha avuto di relazionarsi.
Non tutto quello che ha fatto è da bocciare, sarà sempre l’elettore che deciderà dentro la cabina elettorale. E la politica non si costruisce sui se, sui ma, sul domani. Il futuro si prepara con il presente ben organizzato.
I movimenti sono tanti, forse anche troppi. In molti si ritireranno prima ancora di spacchettare il primo panettone. Convergenze e alleanze saranno il filo conduttore di una politica che tutto vorrebbe cambiare per poi annaspare nei volti di sempre.
I consiglieri comunali lavorano alle liste, servono i voti, il consenso, più alta sarà la percentuale più la probabilità di raggiungere un posto in giunta. E’ il gioco di chi dice di non essere più interessato a fare il consigliere comunale, si punta in alto.
O assessore o niente.
Nel frattempo si accavallano i tavoli di incontro, di confronto, i tatticismi.
Baldo Gucciardi, deputato regionale del Pd, ha incontrato Renzo Carini, si pressa su una sua candidatura. Ad appoggiare Carini il fraterno amico, forzista, Stefano Pellegrino. Una alleanza trasversale che unirebbe varie forze di estrazione politica diversa. Manca la decisione finale di Carini, che vorrebbe essere il candidato unico. Questo accade nei romanzi, o nei gialli dove tutti gli altri muoiono.
La realtà è fatta di competizione, di sfide, di vittorie e anche di sconfitte. Bisogna avere il coraggio di osare, con un pizzico di follia e anche di prospettiva.
Siamo alla fase del pre riscaldamento, tutti si guardano attorno, chi farà la prima mossa?
Intanto l’ha fatta Diego Maggio, che prosegue a fare le sue riunioni con gli amici e con il corpo politico. Ha messo in cantiere un programma, è pronto a condividerlo con chi vuole metterci la faccia, la pazienza e la volontà. Su Maggio non convergerebbe Massimo Grillo, che ha anche dei tentennamenti su Carini.
Giovanni Sinacori non ha sciolto la riserva, e ambienti vicini a lui confermano che è più per un passo indietro che dieci in avanti.
Tutti sono in attesa di una mossa dell’ex sindaco Giulia Adamo, tornata alla ribalta con la questione del porto pubblico, su cui non arretra di un centimetro. La candidatura della Adamo romperebbe ogni quadro, la sua personalità è dirompente, il suo carisma non scalfito, e la città risulta eternamente innamorata di questa donna.
Nessuno, poi, dimentichi che in provincia ci sono due esponenti di spicco dell’UDC, Mimmo Turano assessore regionale, ed Eleonora Lo Curto, capogruppo all’ARS. Entrambi mireranno a creare le condizioni di una scelta politica vincente vicino alla loro politica di partito.
Come si rompono gli schemi? Occupando lo spazio che finora non è stato occupato da nessuno.
Vale sempre una regola, in politica come nella vita, ciò che non viene occupato da se stessi viene preso da altri.