Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/09/2019 06:00:00

Salemi, nuova emergenza per il canile per carenza di cibo e medicine

A poco meno di un anno dalla sua inaugurazione, avvenuta alla presenza del Prefetto e di autorità civili e militari (potete leggere qui), è di nuovo emergenza al canile sanitario di Salemi. Il primo allarme fu lanciato alla fine di giugno.

Per gli ospiti a quattro zampe della struttura, 87 adulti e 23 cuccioli, si paventava la mancanza di cibo e medicine. Per superare l’emergenza, fu convocata una conferenza di servizio presso il Comune.  Attorno al tavolo si trovarono l’Assessore Leonardo Bascone, il comandante della Polizia Urbana Diego Muraca per conto dell’Amministrazione comunale, il signor Genovese in rappresentanza dell’Associazione “Agada”, affidataria del canile sanitario, e il veterinario dell’Asp di Trapani Francesco Maria De Michele.  Prendendo atto che per i 100 ospiti della struttura scarseggiavano croccantini e medicine, si decise da parte del Comune un anticipo di alcune migliaia di euro per il loro acquisto.

Arrivarono sessanta sacchi di mangime e una discreta scorta di farmaci. Tanto quanto sarebbe bastato per due mesi. Stando a quanto ci riferiscono gli addetti al canile, sono circa tre i sacchi da 20 kg che si consumano quotidianamente. Il conto è presto fatto. Ed infatti, alla scadenza la situazione si troverà nuovamente in stato di emergenza, come ce lo ha riferito Genovese.
Diciamolo chiaramente. Quella in cui versa oggi il canile di Salemi è una situazione che mai avremmo immaginato nel maggio del 2018, giorno della sua inaugurazione.

Con il passare dei mesi, e’ venuta a creare uno stato di precarieta’ simile purtroppo a quella di tanti canili siciliani.  Evidentemente c’è qualcosa che non va sul modo di attuazione della vigente normativa in materia di lotta al randagismo. Per quanto ci sembra di capire, gli oneri finanziari verrebbero scaricati tutto sulle, peraltro scarsissime, risorse finanziarie comunali e, quando esistono, su quelle di eventuali associazioni di volontariato interessate al fenomeno.

Un sistema destinato a scoppiare se non verranno intraprese iniziative di modifiche della legge. E che stimolino le adozioni attraverso una serie di incentivi. Complice anche la crisi economica, si adotta pochissimo. Attraverso detrazioni Irpef si potrebbe alleviare il costo che le famiglie italiane devono sostenere per farmaci e cure veterinarie. Oggi è rimborsabile in piccola parte, la detrazione massima che è possibile ottenere è di soli 49 €. Anche l'elevato prezzo dei farmaci veterinari costituisce un problema: a parità di principio attivo, il costo del farmaco veterinario è in media cinque volte superiore rispetto a quello a uso umano.

Occorre rendersi conto che il randagismo, oltre a rappresentare un grave problema per gli animali coinvolti che, traumatizzati dall’abbandono o nati da animali in libertà, sono costretti a una vita di stenti ed esposti a continui pericoli tra cui gli incidenti stradali che possono costituire un pericolo anche per l’incolumità pubblica, comporta anche un ingente problema economico. Per non parlare del danno di immagine a livello turistico per le regioni in cui il fenomeno è più diffuso.

E la Regione Siciliana si distingue per il maggior numero di randagi vaganti sul territorio. Intanto c’è da chiarire che la legge n. 281/91 prevede 2 tipi di strutture: il canile rifugio e il canile sanitario. Quello di Salemi, contrariamente da quanto comunemente si crede, è un canile comunale sanitario.  Cosa che non tutti sanno e che ingenera equivoci e lamentele di tanti cittadini, anche sui social.
La differenza non è formale, ma sostanziale. Un canile sanitario, a differenza di quello “rifugio”, ospita il cane temporaneamente.
Una sorta di pronto soccorso per le prime cure degli animali eventualmente feriti; l'incenerimento degli animali morti o comunque la garanzia di un adeguato smaltimento delle carcasse.

Giusto il tempo necessario per il trattamento profilattico contro la rabbia, l'echinococcosi e altre malattie trasmissibili.
Dopo un massimo di sessanta giorni, dovrebbe avvenire la loro restituzione ai proprietari o detentori ovvero il loro affidamento ad eventuali richiedenti.

Usiamo il condizionale, perché nella realtà ciò non avviene. Il cane, dopo la microcippatura e le cure del caso, viene invece restituito al territorio. Ecco perché li vediamo vagare in ogni parte della città. Non solo. A questi si aggiungono i cuccioli che nel frattempo altri detentori di cani non regolarmente denunciati avranno abbandonato. Un perenne circolo vizioso che sembra non avere mai fine.
Da qui l'importanza di politiche incentivanti che agevolino l’indice di adottabilità dei cani randagi. Promuovere le adozioni attraverso campagne pubblicitarie con la diffusione di foto e di informazioni riguardanti gli animali ricoverati nei canili/sanitari o rifugi, e la messa a punto di progetti specifici.

E che stimolino le adozioni attraverso una serie di incentivi. Complice anche la crisi economica, si adotta pochissimo. Attraverso detrazioni Irpef si potrebbe alleviare il costo che le famiglie italiane devono sostenere per farmaci e cure veterinarie. Oggi è rimborsabile in piccola parte, la detrazione massima che è possibile ottenere è di soli 49 €. Anche l'elevato prezzo dei farmaci veterinari costituisce un problema: a parità di principio attivo, il costo del farmaco veterinario è in media cinque volte superiore rispetto a quello a uso umano.

Occorre rendersi conto che il randagismo, oltre a rappresentare un grave problema per gli animali coinvolti che, traumatizzati dall’abbandono o nati da animali in libertà, sono costretti a una vita di stenti ed esposti a continui pericoli tra cui gli incidenti stradali che possono costituire un pericolo anche per l’incolumità pubblica, comporta anche un ingente problema economico. Per non parlare del danno di immagine a livello turistico per le regioni in cui il fenomeno è più diffuso. E la Regione Siciliana si distingue per il maggior numero di randagi vaganti sul territorio. Ma se alla mancanza di queste iniziative si aggiungono imprevisti e difficoltà di gestione dei canili esistenti, il quadro diventa fosco e privo di un percorso virtuoso.

Da noi interpellato, l’assessore Leonardo Bascone ci ha assicurato che appena sarà in possesso della relazione stilata dall’ispettore di polizia urbana Marchese, verranno prese tutte le iniziative per tutelare il benessere dei cani e scongiurare la temuta emergenza, precisando però che il numero degli animali ospiti per conto del Comune ammonterebbero, tra adulti e cuccioli, a non più di 50 unità.
Che sia questo il motivo del contendere?

Questa la situazione non tanto rosea alla vigilia del nuovo bando per il rinnovo dell’affidamento del canile.
Ad una sommaria lettura, anche se meno “severo” di quello precedente, non ci è apparso abbastanza accattivante da stimolare una partecipazione massiccia di eventuali associazioni animaliste. Ci auguriamo tanto di sbagliarci. Nell’interesse dei cani, ma anche della città.

Franco Ciro Lo Re