La lenta ripartenza del Partito Democratico, tra transizioni infinite e scissioni periodiche, rischia di diventare un freno per i territori, come Marsala, alle prese con l’ appuntamento delle elezioni amministrative. I tempi, i ritmi e le scadenze non sono sovrapponibili e occorre necessariamente procedere su binari diversi. Ci vorrà tempo per ricostruire il Partito Democratico sui territori.
A ciò va aggiunta la consapevolezza dei limiti che questa Amministrazione ha mostrato, fino a giungere a un profondo scollamento con la città tutta. Una presa di coscienza su questi temi è il presupposto fondamentale per procedere alla costruzione di un progetto credibile che vada al di là della pura testimonianza. Lo schema delle classiche alleanze non è sufficiente, occorre costruire con metodo nuovo una politica aggregante che intrecci rapporti reali con il mondo produttivo e l’associazionismo. Un movimento civico trasversale che abbracci l’intera società, andando oltre i partiti e coinvolgendo anche le nuove generazioni.
Una proposta nuova, nel segno di una netta discontinuità, intorno a una figura fresca e capace in grado di ricoprire il ruolo di sindaco.
Dobbiamo lavorare ad una larga aggregazione civica che unisca le forze sociali e le energie migliori di Marsala, per avvicinare alla politica quanti se ne sono allontanati delusi e quanti non si riconoscono sotto una bandiera, ma pure vorrebbero lavorare per una città migliore. Dobbiamo riprendere il rapporto con le tante “periferie” marsalesi. Dobbiamo ripartire da qui, per definire il programma e le alleanze. Da soli non bastiamo ed è insufficiente anche il perimetro delle forze politiche a noi tradizionalmente alleate; sostenere cose diverse servirebbe solo ad esacerbare gli animi, creando preclusioni e costruendo steccati. Se prevarranno le pulsioni correntizie e personali, se Marsala diventerà la vittima sacrificale su cui piantare bandierine, se ci presenteremo “sparpagliati” al confronto, tutto sarà più difficile.
Antonella Milazzo