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01/11/2019 08:03:00

Salemi, il mistero delle dimissioni dell'assessore Maiorana

   Cinque mesi appena dall’insediamento e Giuseppe Maiorana ha gettato la spugna.

Ufficialmente, per “motivi familiari”. Un classico.

Già.  Ma  si dà il caso che l’ormai ex assessore alla Cultura prima di sottoscriverle, le dimissioni erano nell’aria. Almeno stando ai “si dice” che abbiamo raccolto.

Nei mesi scorsi non aveva nascosto la propria inquietudine soprattutto a chi gli è stato più vicino.

L’atto formale delle dimissioni ha solo reso noto a tutti ciò che era conosciuto da alcuni in privato.

La mancata approvazione del Bilancio alla base del nervosismo estivo?  Forse. Ma solo una delle ipotesi.

Motivazioni di altra natura, forse.  Le cause che fatto maturare la decisione di abbandonare il campo nemmeno  i suoi più stretti collaboratori ha mostrato  di sapere. Almeno nessuno si è sbottonato.

Come è noto,  in politica, qualsiasi atto che rientra nella sfera del privato, inevitabilmente assume il carattere pubblico.

Nel nostro caso, a maggiore ragione, se si pensa  che queste improvvise dimissioni sono avvenute a legislatura appena iniziata e nel silenzio più assordante.

Un assessore che si dimette che non lo rende pubblico e che rifiuta qualsiasi contatto con la stampa,  avvalora maggiormente la tesi di chi sostiene che le dimissioni siano state accelerate da qualche motivo grave.

Un presunto taglio operato alle risorse a disposizione dell’assessorato,  non convince del tutto.

Se ci fosse stato, non si capisce come non si sia percorso la  via del confronto con il capo dell’amministrazione. O forse c’è stato e da confronto si è trasformato in scontro?

Qualsiasi cosa sia accaduta, ggi  le dimissioni  appaiono oggettivamente come un  vulnus nei confronti del sindaco e dell’Amministrazione insediatisi appena che nel giugno scorso e non due o tre anni fa.

Domenico Venuti, intanto con l’ aplomb che lo contraddistingue, si è limitato  a commentare con una dichiarazione che più diplomatica non potrebbe.

“Ringrazio Maiorana per l'impegno profuso, con diverso ruoli, in questi anni per la nostra città”- ha dichiarato Venuti- “sono certo che la collaborazione continuerà per portare avanti le iniziative intraprese, a partire dall'ecomuseo del pane e del grano, e per affrontare nuove sfide”. 

Con sorprendente tempismo dal canto loro,  i “ragazzi” ( così si autodefiniscono!)  di “Terravutata” hanno  colto la palla al balzo.

Con un documento affidato alla stampa, e non durante un colloquio con il sindaco o in una riunione di maggioranza, come era lecito aspettarsi, hanno  manifestato invece pubblicamente la loro volontà  di sostituirsi al dimissionario Maiorana.  

“The King is dead, long live the King!”.  Senza chiedersi né come e né perché, e nella logica  del “tutti necessari ma nessuno è indispensabile”,  hanno scritto di  volere  “mettere  a disposizione il nostro staff, le nostre idee e tutto il nostro impegno per proseguire, programmare e rinnovare l'offerta culturale in Città.”

Una richiesta basata sul fatto che i “ragazzi” di Terravutata hanno  sempre  visto Maiorana come “un punto di riferimento, per tutto questo tempo è stato il tramite di comunicazione tra la nostra attività associativa e l'attività amministrativa.”

Abbiamo perso un tassello fondamentale dell'innovazione culturale” hanno sottolineato esprimendo profondo dispiacere  per le dimissioni del loro mentore. Ma non possiamo fermarci, sembrano aver voluto dire. E  loro sono gli eredi.

Concludendo che occorre “andare avanti e noi come sempre siamo pronti a metterci a disposizione della nostra comunità e come più volte palesato al nostro Sindaco siamo a disposizione anche per colmare questo vuoto vista la nostra esperienza nella promozione della cultura, dell’aggregazione sociale, delle politiche giovanili e dello sport a Salemi.”

Arriverà il messaggio nel cuore e soprattutto nella mente del sindaco Venuti?

Un interrogativo a cui oggi non sembra esserci una risposta.

Ma con i tempi che corrono,  oggi la politica ha tempi e modalità imprevedibili.

Ciò che ieri sembrava impossibile,  domani lo vedi accadere. E viceversa.

Eraclito non diceva forse che “Bisogna  volere l’impossibile, perché l’impossibile accada”?

Franco Ciro Lo Re