Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/11/2019 08:00:00

Salemi. Lunedì manifestazione cittadina contro la violenza sulle donne

I dati forniti dalla della Polizia sono agghiaccianti. L’incidenza dei femminicidi è passata dal 37% al 49% con un aumento del 12% rispetto a un anno fa.  Non si sono differenze di latitudini, al Nord come al Sud. Uno scempio che unisce l’ Italia senza distinzioni di dialetti e di usi: le donne italiane vittime di violenza sono 88 ogni giorno, una ogni 15 minuti.

Il 41% subisce maltrattamenti, il 31% stalking, il 10% violenza sessuale e il 18% percosse. Lunedi 25 novembre a partire dalle ore 16,00 dal Chiostro di Sant’Agostino, un corteo di “sensibilizzazione” contro il femminicidio e la violenza fisica, psicologica ed economica attraverserà la via Amendola ( “Strata Mastra”) per arrivare alla “Panchina Rossa” ( simbolo della lotta contro il femminicidio) di Piazzale Peppino Impastato.
Si tratta della prima iniziativa intrapresa da Anna Rapallo Pilocane nella qualità di Presidente dell’ Associazione di donne Fidapa, a cui il Comune di Salemi ha dato la sua adesione con il sindaco Domenico Venuti in prima persona e l’assessore alle Pari Opportunità Rina Gandolfo.
In una giornata di dolore e di riflessione in cui si ricorda la Violenza sulle donne, Anna Rapallo ci ha confidato di sentire tutto il peso e la responsabilità gravare sulle proprie spalle, non solo come presidente della Fidapa ma anche come volontaria della Protezione Civile e come donna salemitana.

Non si è trovata sola nell’organizzare la manifestazione.
Associazioni, Enti e Istituzioni sono stati sensibili all’appello lanciato.
L’elenco è lungo. Ovviamente il Comune e lo Sportello di Ascolto Antiviolenza Diana, l'Assessorato alle Pari Opportunità. Ma anche le scuole come l'Istituto comprensivo G. Garibaldi/Giovanni Paolo II, i Clubs Service Lions e Rotary, l'Associazione Artemisia, la Caritas Diocesana, l'Associazione Liber...i e il Gruppo di Protezione Civile "Città di Salemi".

Sapete come definisce il vocabolario la parola Femminicidio? Anna Rapallo ce lo dice:
"Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte."
Occorre una vasta opera di sensibilizzazione, aggiunge.

La manifestazione di lunedì intende farlo ponendo l’accento su alcuni di questi argomenti.
La riforma del diritto di famiglia del 1975, l'abolizione del delitto d'onore del 1981 e la riclassificazione del reato di violenza sessuale da delitto contro la morale a delitto contro la persona.

Cambiamenti normativi che indubbiamente sono il frutto di un'evoluzione culturale che si è mossa decisamente in direzione di un progressivo superamento del concetto di società maschilista. Ma che ancora non è sufficiente per potere affermare che tutto è cambiato.
Tanto è vero che la violenza sulle donne è considerata, a tutti gli effetti, anche un problema sanitario a livello globale, come sottolinea il Ministero della Salute. Sulla scorta del rapporto dell'OMS più del 35% delle donne nel mondo è vittima di abusi fisici, psicologici o sessuali, spesso subiti dal proprio partner.

La violenza di genere si configura come una vera e propria violazione dei diritti umani, come ha sancito la Dichiarazione di Vienna del 1993, a margine della Conferenza Mondiale sui diritti umani. Una violazione che spesso, non va dimenticato, può coinvolgere in varia misura anche i figli minori, nel contesto di violenze domestiche e familiari.

I dati, come dicevamo, sono raccapriccianti: 94 sono state le donne ammazzate nei primi dieci mesi di quest’ anno, 142 le donne massacrate lo scorso anno e 3.000 negli ultimi venti anni!

Sono numeri che parlano chiaro e che rendono il tema della violenza sulle donne centralissimo e prioritario, nonostante che negli ultimi decenni siano stati fatti notevoli passi avanti sia a livello culturale sia a livello legislativo.  Numeri che, anche se oggi gli strumenti di tutela a favore delle donne vittime di violenza di genere sono molto più efficaci rispetto al passato, ci dicono che ancora non è sufficiente ciò che è stato fatto e che non bisogna abbassare la guardia.
Franco Ciro Lo Re