Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/11/2019 17:00:00

Diego Maggio: "Qual è la reale situazione del porto di Marsala?"

 Mentre la curiosità dei marsalesi viene attratta da una ancor embrionale campagna elettorale, passano sotto silenzio i problemi veri : quelli che dovrebbero comunque essere effettivamente chiariti e avviati a soluzione.


Uno di questi – forse il più drammatico e urgente – è certamente il Porto. O, meglio, quel che ne resta: dopo che le tempeste meteomarine di questi giorni ne stanno erodendo pure…il pietrisco.
Senza giri di parole (neanche quelli del tipo “si Marsala avissi u’ portu…”) e con carte alla mano, cerchiamo di capire a chi vanno fatte risalire le responsabilità della penosa situazione attuale.


Per limitarci solo alle battute più recenti, basta esaminare una lettera del 7 agosto scorso con la quale il Sindaco, rispondendo alla nota che l’Assessorato Regionale alle Infrastrutture gli aveva formulato in data 22 maggio (quindi con un “annacamento” di ben tre mesi), dava atto dell’esistenza (che fin lì aveva invece negato) del progetto “pubblico”, in quanto inserito nell’elenco degli interventi previsti nel Patto per lo Sviluppo della Sicilia e chiamato “Marsala opere di messa in sicurezza del molo foraneo sopraflutto, molo foraneo sottoflutto, banchine, piazzali ed escavazioni” (cioè per la realizzazione di un porto commerciale e polifunzionale) per il quale era stata fin dal 2015 impegnata la spesa di 49 milioni di euro. Nella stessa lettera lo stesso Sindaco riconosceva altresì, per la prima volta, di essere “già in possesso del progetto definitivo della banchina di riva e della progettazione definitiva per il consolidamento del Molo di Ponente”.


Ma con questa medesima lettera, il medesimo Sindaco assesta una mazzata forse esiziale al medesimo progetto “pubblico” (predisposto nel 2011 dal Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Sicilia-Calabria) per un porto polifunzionale e commerciale, definendolo non coerente con il progetto propostogli dalla Società privata MYR (con la quale era stato nel frattempo stipulato un Accordo di Programma per la realizzazione di un porto soltanto turistico) e non conforme al Piano Regolatore del Porto (che invece era stato esitato favorevolmente nel 2015) del quale tal progetto pubblico, a dire del Sindaco, costituisce una variante (mentre la Commissione VIA-VAS aveva proprio e nettamente escluso che si configurasse come “variante” del medesimo Piano Regolatore). Intanto il porto si sbriciola e non si vede alcuna…ombra di cantiere.


E tutto ciò perché il (pur legittimo) procedimento del cosiddetto “porto privato” con le sue lungaggini sta bloccando qualunque iniziativa degli altri operatori del porto. Tutti gli altri gestori dei porticcioli infatti sono costretti ad un immobilismo imprenditoriale che li sta portando alla rovina. Per sopravvivere sono costretti a fare - di nascosto e a proprie spese - delle piccole opere di manutenzione e dragaggio, sconfinando forse nell'illegalità. Qualunque richiesta facciano di manutenzione, piuttosto che di ampliamento o rinnovo, viene negata dalla Regione perché è ancora pendente il progetto MYR : la cui concessione è già scaduta più volte !


Questa Amministrazione ha voluto dunque - per il solo gusto dello spoils system - sconfessare l’operato della precedente Giunta (quella del sindaco Giulia Adamo) e demolire quella conquista importantissima (e per di più finanziata) del porto polifunzionale e commerciale : che magari sarebbe già giunto a compimento o si troverebbe comunque in fase avanzata.


La gravità epocale di tali scelte scellerate supera quella dell’interramento che del nostro porto naturale fu (cinque secoli addietro) decretato da Carlo V con lo scopo di difendere Marsala dalle incursioni piratesche.
E ormai incombe il rischio fondato che quel provvidenziale finanziamento di 49 MILIONI DI €URO sia stato soggetto ad irreversibile perenzione !
La quale cosa è paragonabile a quel macabro umorismo che vede un marito privarsi degli…attributi, pur di fare un dispetto alla moglie. Ma la non lieve differenza rispetto a quest’ultima similitudine, consiste nel fatto che a pagare sanguinosamente (e per un tempo indefinito) gli effetti di questa assurda autocastrazione, è un’intera Città !

Diego Maggio.