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14/12/2019 08:06:00

Contrabbando di sigarette: condannati in cinque, a Marsala con 6 tonnellate di "bionde"

 Per contrabbando di tabacchi lavorati esteri, il gup di Marsala Francesco Parrinello ha condannato cinque tunisini che il primo maggio 2018 furono arrestati dalla Guardia di finanza mentre su un peschereccio salpato dal nord Africa stavano trasportando sei tonnellate di sigarette.

Partiti, probabilmente, dalle coste libiche, erano diretti verso la punta occidentale della Sicilia. Due anni e otto mesi di carcere sono stati inflitti al comandante del peschereccio bloccato dalla motovedetta delle Fiamme Gialle, Ben Moustapha Noamen, mentre a due anni e quattro sono stati condannati i quattro membri dell’equipaggio, Jamel Elajili, Hammadi Dabbabi, Achraf Bettayeb e Aymen Gueddidda.

Il pubblico ministero aveva invocato pene tra sei anni (per Noamen) e quattro anni e 5 mesi (per tutti gli altri). La difesa è riuscita ad ottenere pene assai più lievi di quelle richieste dal rappresentante dell’accusa sostenendo che in cinque imputati sarebbero soltanto l’ultimo anello dell’organizzazione criminale, con base in Libia, che gestisce il contrabbando di “tabacchi lavorati esteri” tra l’Africa e l’Italia.

Insomma, avrebbero un peso specifico criminale molto limitato. Addirittura, forse, i cinque, sempre secondo i legali, sarebbero stati anche minacciati per effettuare quel viaggio. Noamen è stato difeso dall’avvocato palermitano Cinzia Pecoraro, mentre gli altri legali impegnati nel procedimento sono stati Luigi Pipitone (per Bettayeb), Natale Pietrafitta (per Gueddidda), Chiara Bonafede (per Elajili) e Cristina Sciuto (per Dabbabi).