La Corte dei Conti bacchetta la Regione Siciliana, c’è un disavanzo da coprire, le Sezioni riunite attestano, infatti, che nel 2018 si è avuto un disavanzo di oltre un miliardo di euro.
Una situazione, dicono i giudici contabili, che viene da molto lontano e che adesso si palesa in tutta la sua criticità.
La legge finanziaria regionale viene etichettata come “inconsistente”.
Tempi brutti per la Regione che dovrà, e in fretta, trovare due miliardi: uno entro il 2019 e l’altro miliardo entro il 2021.
A questo si aggiunga l’incapacità della Regione nel recuperare le quote di disavanzo, circa 1 miliardo e 103 milioni, cifra che dovrà essere recuperata nel 2019.
Rilievi negativi mossi dai giudici anche nei confronti dello stato patrimoniale e del conto economico, stessa cosa per il Bilancio, la situazione è grave anche per le casse regionali, si ricorre sempre ad anticipazioni di liquidità, per 6 miliardi.
In buona sostanza il buco nel bilancio è di 280 milioni di euro, questo ha comportato l’immediato blocco della spesa. In termini pratici significa che dai Comuni alle aziende di trasporto non potranno ricevere i fondi di cui sono destinatari.
Se da una parte la Corte dei Conti ha dato il lascia passare al bilancio del 2018 dall’altro lato ha imposto la correzione al disavanzo. Non c’è altra alternativa se non quella di arrivare in Aula con una manovra correttiva che imponga dei tagli.
Gaetano Armao, assessore all’Economia, è ottimista: spera di poter recepire una norma nazionale che prevede di spalmare il disavanzo in più anni, si eviterebbero i tagli che metterebbero a rischio una serie di categorie.
Se così non fosse i Comuni sono pronti a dare battaglia: l’Anci valuta iniziative contro la Regione in assenza di erogazione dei trasferimenti regionali agli enti locali, senza i quali i Comuni si troverebbero davvero in difficoltà.
A subire i tagli anche il trasporto pubblico, le aziende rischiano una crisi economica senza precedenti. A non ricevere altri fondi ci sarebbero alcune partecipate delle Regione e i teatri.
Stessa criticità per la Rap di Palermo, i fondi per il 2019 ammontano a 7 milioni di euro, questo di fatto potrebbe comportare un aumento della Tari per i palermitani.
L’arduo compito di far quadrare i conti e di stilare un elenco con tutti i tagli da effettuare spetta a Giovanni Bologna, ragioniere generale.
Il presidente Nello Musumeci ha preso parola, al termine della relazione della Corte dei Conti, ha affermato le ragioni di un ente che è in crisi finanziaria: “Il dato è il frutto di un passato pluridecennale di gestione che hanno visto sprechi e mala gestio. Mi conforta non essere mai stato responsabile degli elementi che hanno generato questa crisi. Abbiamo però la responsabilità di fare fronte a quanto ora emerge".
Il governatore ha poi sottolineato che “Nel 2015 il risultato d'amministrazione era pari a 418 milioni di euro, nel primo rendiconto della sua gestione il risultato d'amministrazione vale 357 milioni di euro. Saneremo quanto ci chiede la Corte dei Conti. Copriremo il disavanzo, la responsabilità del bilancio è del governo e quindi faremo quanto serve".