“Margareta e Nicoletta avevano dei giri strani. Dopo l'omicidio siamo andati a ballare, pensavamo a divertirci”.
Sono dichiarazioni choc quelle di Carmelo Bonetta, reo confesso dell'omicidio di Nicoletta Indelicato, avvenuto a Marsala lo scorso marzo. Un omicidio per cui si procede in due diversi processi a carico di Bonetta e di Margareta Buffa, entrambi accusati di aver ucciso a coltellate e carbonizzato Nicoletta Indelicato.
Ieri Bonetta ha testimoniato, in videoconferenza, nel processo a carico di Margareta. Una testimonianza con particolari agghiaccianti, ma che non aggiunge nulla al movente dell'omicidio.
“Margareta faceva l'escort a pagamento. Non so se tra lei e Nicoletta vi fosse una relazione sentimentale. Anche Nicoletta, però, per un certo periodo di tempo si prostituiva per avere qualche soldo in tasca". Ha detto Bonetta dinnanzi alla Corte d'Assise di Trapani. Dichiarazioni che hanno spinto la presidente Daniele Troya, su richiesta dell'avvocato Giacomo Frazzitta, a far proseguire l'udienza a porte chiuse. Questa volta Carmelo Bonetta - dopo l'udienza prima della pausa natalizia nel corso della quale era stato colto da malore, finendo in ospedale - è stato ascoltato in videoconferenza. "Margareta e Nicoletta - ha detto - litigavano spesso. Non so il motivo, però. Erano cose da donne ed io non mi mettevo in mezzo". Sul movente del delitto, però, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha anche raccontato di essere stato manipolato da Margareta Buffa: "Voleva che la coprissi, minacciandomi se non avessi fatto quello che lei voleva di lasciarmi.".
Dopo l'omicidio di Nicoletta Indelicato, Margareta Buffa, secondo la tesi di Carmelo Bonetta, si è impossessata di alcuni effetti personali della vittima. In particolare di un braccialetto e del suo telefonino cellulare. Mentre Carmelo Bonetta e Margareta Buffa erano nella sala d'aspetto della caserma dei carabinieri di Marsala, la ragazza ha detto al maestro di ballo "io da qui voglio uscire con la mia vita e con la mia auto. Quando le ho rivelato che volevo confessare , mi ha detto che il cadavere non si doveva trovare e che io mi dovevo assumere la responsabilità. Alla fine io mi sono preso le mie responsabilità. Lei, invece, no". Agghiaccianti le sue dichiarazione su cosa avessero fatto lui e Margareta Buffa dopo il delitto. "Siamo andati a lavarci e a cambiarci gli indumenti e poi ci siamo recati a Castelvetrano per andare a ballare all'Area 14. Durante il tragitto non abbiamo parlato di nulla, pensavamo solo a divertirci".
Prima di raggiungere, a Castelvetrano, il noto locale Area 14, subito dopo il delitto, Carmelo Bonetta e Margareta Buffa si sono fermati sul ponte Mazaro per sbarazzarsi del coltello utilizzato per uccidere Nicoletta Indelicato. “Dall’auto – ha raccontato Carmelo Bonetta nell’udienza di oggi – sono sceso solo io. Ho gettato l’arma nel fiume”. Poi un’altra sosta. Questa volta nei pressi di uno stabile , tra Mazara del Vallo, e Campobello di Mazara per disfarsi dei vestiti sporchi di sangue che erano stati sistemati dentro ad un sacco. Bonetta dice: “Dall’auto siamo scesi tutti e due. Margareta ha messo il sacco accanto ad un palo della luce e gli ha dato fuoco, utilizzando il liquido infiammabile che era dentro la stessa bottiglia adoperata per bruciare il corpo di Nicoletta. Siamo subito risaliti in macchina e siamo andati via”. Raggiunta la discoteca, Margareta Buffa e Carmelo Bonetta sono rimasti lì, a ballare, fino alle 4,30. Prima di rincasare, la colazione in un bar di Strasatti. “Poi siamo andati a dormire. Il giorno dopo alle 7,30 sono uscito di casa per andare a lavorare. Margareta l’ho sentita nel tardo pomeriggio, mi ha chiesto di coprirla in certi orari e cioè dalla sera fino alla mattina”.
Bisognava fare, poi, un’altra operazione: pulire l’auto. “Lo abbiamo fatto – dichiara Bonetta – davanti al cancello di casa mia, utilizzando la candeggina, ma non ricordo se c’erano tracce di sangue”. E gli oggetti personali sottratti alla vittima? “Il bracciale e il telefonino – ricorda il maestro di balli caraibici – Margareta li ha nascosti nell’armadio della mia cameretta. L’ha vista mia madre”. Infine, Bonetta ha rivelato la preoccupazione di Buffa: “Il corpo non si deve trovare” perché dalla caserma dei carabinieri lei “voleva uscire con la sua auto e con la sua vita”.
Poi, nell'udienza di ieri, si sono registrati attimi di tensione.
“Non sono stata io”. Margareta Buffa sarebbe riuscita a comunicare, attraverso lo schermo, con Carmelo Bonetta collegato in videoconferenza con l’aula bunker del Palazzo di giustizia di Trapani. Il suo labiale è stato letto dall’avvocato di parte civile, Giacomo Frazzitta, che avrebbe invitato gli agenti di polizia penitenziaria ad intervenire affinchè la ragazza, accusata dell’omicidio di Nicoletta Indelicato, non influenzasse, considerato il forte ascendente che ha verso Bonetta, il testimone, anche lui chiamato a rispondere dell’assassinio ma davanti al giudice di Marsala, avendo scelto il rito abbreviato dopo la sua confessione.
Sarebbe accaduto durante una pausa dell’udienza di ieri ancora una volta caratterizzata da polemiche e tensione, circostanza però smentita dallo stesso Frazzitta. In apertura Giacomo Frazzitta ha chiesto che il dibattimento si svolgesse a porte chiuse. Istanza, però, che non è stata accolta dal presidente della Corte d’Assise Daniele Troya. Ma quando Carmelo Bonetta ha detto che la vittima “per un certo periodo si è prostituita per avere qualche soldo in tasca”, cronisti e spettatori sono stati invitati ad uscire fuori.
Da quel momento l’udienza, infatti, è stata celebrata a porte chiuse. Tensione anche tra i familiari di Nicoletta Indelicato e i giornalisti presenti a Palazzo di giustizia. Smentisce l'accaduto della comunicazione tra Margareta Buffa e Carmelo Bonetta l'avvocato Ornela Cialona, legale di Buffa. "Impossibile, la telecamera in quel frangente era fissa sulla corte, Bonetta non poteva vederla. Neanche l'avvocato Frazzitta poteva vederla. La mia assistita non ha mai parlato, nè fatto atteggiamenti indisponenti".