Facciamo il punto sul coronavirus dopo la giornata di ieri che ha fatto balzare l’Italia al terzo posto per numero di contagi in tutto il mondo: a parte la Cina, resta dietro solo alla Corea del Sud (602 casi), superando il Giappone (fermo a 135).
Tutti i numeri italiani del Coronavirus - Secondo i dati forniti dal Commissario Angelo Borrelli - sono 152, comprese le tre vittime: la donna morta a Crema, il 77enne di Vo' Euganeo e una donna di Casalpusterlengo. I contagiati restano dunque 149. Il numero di 152 positivi tiene conto anche del ricercatore rientrato da Wuhan poi guarito e dimesso dallo Spallanzani. In base ai dati forniti da Borrelli, i casi in Lombardia sono 110 (ai quali vanno aggiunte le due vittime) e in Veneto 21 (più la vittima a Vo' Euganeo); 9 sono invece i casi in Emilia Romagna, 6 in Piemonte (poi scesi a tre i casi confermati positivi) e 2 nel Lazio (la coppia di cinesi ricoverata allo Spallanzani). Dei 152 positivi, ha concluso Borrelli, 55 sono ricoverati con sintomi e 25 in terapia intensiva, 19 sono in assistenza domiciliare e 27 in verifica. A questi si sono aggiunti in serata tre casi in Trentino.Si tratta di tre turisti lombardi provenienti da una delle zone focolaio del virus. In Piemonte i casi confermati sono scesi da 6 a 3.
Un picco arrivato improvvisamente perché, secondo la versione del commissario per l'emergenza Angelo Borelli, "i medici non sono stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus". Non per "colpa" dei sanitari, ha precisato il capo della Protezione civile, quanto per la "difficoltà" di individuare i sintomi. Per il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri invece i casi sono emersi rapidamente grazie ad uno screening "approfondito e capillare", così come aveva sostenuto sabato il premier Conte, che si è detto "sorpreso" da un'esplosione simile. Fatto sta che l'emergenza italiana trova ampio spazio nei media stranieri, che in molti casi vi dedicano l'apertura di siti e giornali.
L’Austria chiude il collegamento ferroviario con l’Italia attraverso il Brennero. L’iniziativa arriva dopo che le autorità austriache hanno bloccato al confine un treno proveniente dall'Italia perché a bordo vi erano due persone con febbre alta. «Un treno e' stato fermato nel tratto da Venezia a Monaco al confine austriaco questa sera. Il motivo: le Ferrovie dello Stato italiane hanno informato l'Obb che sul treno c’erano 2 donne tedesche con sintomi di febbre. L'Obb ha quindi informato il centro di coordinamento del Ministero dell'Interno. Il capitano distrettuale responsabile del distretto di Innsbruck-Land è stato in grado di impedire l'ingresso in Austria con una rapida reazione. Il treno e' ora alla stazione di confine del Brennero sul territorio italiano. L'ulteriore procedura e' attualmente coordinata e verificata insieme alle autorità italiane», si legge in una nota del ministero dell'Interno austriaco. Il treno in questione e' l'Eurocity 86 partito da Venezia Santa Lucia e diretto alla stazione centrale di Monaco di Baviera, le due persone con sintomi sono state fatte scendere a Verona Porta Nuova. A bordo del treno bloccato ci sono circa 300 persone che vengono rifocillate con cibo e bevande.
Le misure del Consiglio dei Ministri - Il Consiglio dei Ministri, nella sede della Protezione Civile, ha approvato un decreto con misure durissime per tentare di arginare il diffondersi del coronavirus dopo l'esplosione dei focolai in Lombardia e Veneto e i casi registrati in Piemonte. Divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree 'focolaio' del virus, che saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dai militari, con sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. Stop alle gite scolastiche in Italia e all'estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche - a partire da tutte quelle previste per domani in Lombardia e Veneto, compresa la serie A - quarantena con "sorveglianza attiva" per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. E ancora, chiusura di scuole, negozi e musei, stop a concorsi, attività lavorative private e degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali, limitazione per la circolazione di merci e persone.
L’OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità assicura che i pazienti guariti sono oltre l’80% - La confortante notizia arriva proprio dall’OMS, attraverso il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nel corso di una riunione d’emergenza con i ministri della sanità africani, Ghebreyesus ha rassicurato: “Ogni giorno che passa ne sappiamo un po’ di più sul coronavirus e la malattia che provoca. Sappiamo che oltre l’80% dei pazienti ha una malattia lieve e guarirà“.
Le misure previste in Sicilia dal sistema sanitario - La Sicilia contro i possibili focolai del coronavirus mette in coordinamento con il ministero della Salute, le forze dell'ordine, Croce Rossa, Protezione civile e governo regionale, mette in campo lo stesso piano studiato per la gestione di eventuali casi di Ebola durante lo sbarco dei migranti. Sono trecento i posti letto «semplici» nei reparti di malattie infettive degli ospedali siciliani ma ci sono a disposizione 63 stanze di biocontenimento a pressione negativa, per i pazienti già contagiati, e due aree di quarantena pronte per essere attivate nei due poli dell'Isola; due hub di primo intervento per il trasporto di malati ad alto isolamento individuati negli ospedali «Garibaldi» di Catania e «Cervello» di Palermo; ed ancora tamponi per gli esami immediatamente analizzati nei laboratori dei Policlinici di Catania e Messina che già hanno dato una risposta negativa su venti ammalati sospetti. Le camere a pressione negativa, come già accaduto con le persone curate allo Spallanzani di Roma si trovano 24 a Catania (Garibaldi, Vittorio Emanuele, Cannizzaro); dodici al Gravina di Caltagirone; nove a Palermo (Policlinico, Cervello e Ismett); cinque all'Umberto I di Enna; quattro all'ospedale Maggiore di Modica, tre al Policlinico di Messina, due all'Umberto I di Siracusa e al Sant'Elia di Caltanissetta; una ciascuna una al Sant'Antonio Abate di Trapani e al Vittorio Emanuele di Castelvetrano.
“In quarantena i migranti sbarcati a Pozzallo” - “In conformità alle decisioni prese dall’Unità di crisi convocata dall’assessore alla Salute, i migranti sbarcati sabato notte a Pozzallo sono posti in quarantena presso l’hotspot. L’equipaggio della nave, invece, rimarrà a bordo per lo stesso periodo, sotto il controllo sanitario dell’Usmaf. Ringrazio il prefetto di Ragusa per aver sostenuto questa decisione, il sindaco di Pozzallo e tutte le autorità sanitarie che stanno lavorando per garantire questa misura preventiva indispensabile. La stessa disposizione varrà, ovviamente, per Lampedusa e per Messina”. Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
Sospese le gite scolastiche nelle scuole siciliane - Da ieri sono sospese le uscite didattiche e i viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all'estero. Questo è stato deciso dal Consiglio dei Ministri, nella serata di ieri, durante la quale sono state definite apposite misure precauzionali per evitare la diffusione del Coronavirus. «Si tratta di una misura precauzionale - spiega l’assessore all’Istruzione della Regione Siciliana Roberto Lagalla - per la quale si chiede ai dirigenti scolastici la massima collaborazione. Tengo molto a rassicurare le famiglie perché come già dichiarato dall’assessore Razza, in Sicilia non ci sono ragioni di allarme ma è necessario e nostro dovere adottare le giuste misure di prevenzione in linea con le direttive nazionali e con le coerenti conclusioni della Unità di crisi regionale che in tale direzione si è già espressa nella riunione di ieri a Catania».
A Birgi i controlli previsti dal Ministero della Salute e da Enac – Sul rischio di contagio di Coronavirus, e la paura dei passeggeri in transito e sui social, è intervenuto il presidente di Airgest Salvatore Ombra ,precisando che in aeroporto le autorità sanitarie sono presenti e adottano tutte le misure precauzionali già previste e che la società di gestione non ha competenze dirette e autonome sul controllo delle persone, che transitano dall'aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi. Chi ha la responsabilità di farlo è il ministero della Salute, tramite Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), che segue le indicazioni di Enac. "Abbiamo sentito il responsabile, dott. Giuseppe Giugno, direttore dell'unità di Trapani dell'Usmaf, - ha affermato Ombra - che ha confermato che al momento le misure precauzionali e preventive sono quelle preesistenti, e cioè di effettuare solo il controllo sul volo proveniente da Roma. Ha aggiunto che, da domani, a seguito del Consiglio dei ministri di ieri sera, dovrebbero arrivare degli aggiornamenti, di cui terremo conto con immediata esecuzione, con la stessa precisione con cui sono state applicate le precedenti, fino ad ora. Alla luce degli ultimi fatti - ha aggiunto il presidente Salvatore Ombra -, siamo certi che questi controlli saranno intensificati ma non possiamo procedere di nostra iniziativa perché non abbiamo la competenza per farlo, a maggior ragione trattandosi di dati sensibili, come la salute e la privacy dei passeggeri".
Tutela per i lavoratori dell'aeroporto di Palermo - “I casi di contagio da Coronavirus e la situazione in continua evoluzione impongono una tutela per i lavoratori esposti ai maggiori rischi come quelli degli aeroporti. Per questo la Legea Cisal con una nota ufficiale, senza voler alimentare inutili allarmismi, ha chiesto alla Gesap, società che gestisce lo scalo Falcone-Borsellino di Palermo, ma anche alle aziende operanti
nei servizi di Handling, di attuare con urgenza misure che tutelino i lavoratori a continuo contatto con l’utenza, fornendo loro idonei strumenti di protezione. Ribadiamo che nessuno vuole alimentare inutili allarmismi, ma i lavoratori chiedono di essere rassicurati”. Lo dice Gianluca Colombino, segretario generale della Legea Cisal. “In un momento in cui le autorità, in alcune parti del Paese, sospendono le gite scolastiche e annullano gli eventi sportivi – continua Colombino – ci sembra doveroso che la Gesap attui ulteriori misure a tutela dei dipendenti, considerato anche che lo scalo di Palermo è interessato da un numero elevato di collegamenti con la Lombardia e il Veneto. Chiediamo che i lavoratori siano dotati, così come accade anche in altri scali italiani, di mascherine, postazioni igienizzanti e dispositivi di sicurezza idonei: la salute dei lavoratori va tutelata e garantita con ogni mezzo possibile”.