Con l’ordinanza numero 16 emessa sabato scorso dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, è stata prorogata la ‘zona rossa’ per Salemi fino al 3 maggio prossimo.
Del provvedimento sono interessati anche i comuni di Agira, Villafrati e Troina.
Nell’ordinanza viene ribadito che "è fatto divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi di trasporto pubblici o privati, da parte di ogni soggetto.”
A renderlo noto nel tardo pomeriggio di ieri un comunicato del sindaco Domenico Venuti che poneva fine ad ogni dubbio circa l’interpretazione da dare all'ordinanza numero 16 emessa sabato scorso dal presidente Musumeci.
Dal confronto con il governatore e con il dottor Antonino Candela, che guida il comitato tecnico-scientifico per l'emergenza coronavirus,- ha precisato Venuti- “è emerso che il provvedimento proroga la cosiddetta 'zona rossa' per Salemi e per gli altri tre centri siciliani che erano stati oggetto di questa misura (Troina, Agira e Villafrati) fino al 3 maggio.”
Si tratta di una decisione presa dalla Regione con il comitato tecnico-scientifico, che ha fatto le sue valutazioni sulla base dei dati provenienti dal territorio.
“Il momento che stiamo vivendo è difficile” ha aggiunto il sindaco di Salemi, “ e non possiamo far altro che affidarci a valutazioni scientifiche prese prioritariamente a salvaguardia della nostra salute. Continueremo a interloquire con il governo regionale per capire se ci saranno ulteriori novità che riguarderanno più da vicino il nostro territorio.”
Con la nuova ordinanza viene ribadito che e “ consentito il transito in ingresso e in uscita dal territorio comunale per gli operatori sanitari e socio-sanitari, per il personale impegnato nella assistenza alle attività inerenti l'emergenza, nonché esclusivamente per l'ingresso e l'uscita di prodotti alimentari, di prodotti sanitari e di beni e servizi essenziali. “
Come anche è consentito il transito, in entrata ed in uscita, dei residenti o domiciliati (anche di fatto) nei Comuni interessati, esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l'allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico delle piante.
Vengono così smentite tutte le false notizie diffuse sui social che nella ‘zona rossa’ sarebbe impedito ai coltivatori di coltivare le proprie aziende e agli allevatori di accudire al proprio bestiame.
La proroga della ‘zona rossa’ ha dato la stura ad una lunga serie di invettive sia contro Musumeci sia contro Venuti, colpevoli, a loro dire, di chissà quali nefandezze.
C’è un signora che di dichiara “indignata al massimo perché al nord con più casi non hanno blindato le città è qua a Salemi ci allungano la zona rossa.... c'è qualcuno che ci gode secondo me......appena si avvicinano le votazioni poi....poi ridiamo non si deve permettere nessuno a venire nessuno....”
Un altro sbotta dicendo che “Ora si sta esagerando, approfittare della bontà del popolo poi ......non si sa come va a finire…”.
Il termine che più viene adoperato è “vergogna”.
“È solo una vergogna”, scrive un altro ancora, “ci sono tante persone che devono andare a lavorare fuori e non possono perché salemi è zona rossa si sta giocando on la tasca delle persone..”
Secondo la gran parte dei contestatori, alla base del provvedimento ci sarebbero biechi interessi. Da parte di chi, non viene precisato. E’ come se la questione del coronavirus fosse tutta diabolica invenzione dei governanti, a tutti i livelli.
I 22 contagiati, secondo la loro visione “scientifica”, sarebbero ben poca cosa per giustificare un provvedimento così drastico. Dal gran massa, si distaccano solo due professionisti.
Uno dei quali ha scritto “Io ho interessi in agricoltura e ritengo invece che sia molto opportuno e saggio questo provvedimento. Dopo tutto, aprile è sostanzialmente per le culture agricole un mese di transizione(tranne forse l'ultima settimana) ed estirpare nel profondo il contagio a Salemi è prioritario e può essere decisivo. Si potranno affrontare infatti con maggiore tranquillità le operazioni colturali successive che sono decisive come i trattamenti coi fitofarmaci ed i raccolti, a cominciare da quelli del grano. Questo è umilmente il mio punto di vista.”
Mentre l’altro, un medico, ha avvisato che “l ’unica arma che abbiamo per combattere questa infezione, fino ad adesso, è l’isolamento. Bisogna uscire allo scoperto quando avremo la certezza matematica che non c’è più pericolo di trasmissione.”
Voci dissonanti dal coro che non hanno riscontrato consenso. Nemmeno se rievochi la Spagnola del 1915.
Al ragionamento, viene preferita l’ubriacatura del risentimento e dell’invettiva.
Come quel personaggio picaresco il giorno di Pasqua sui tetti di Palermo.
Franco Ciro Lo Re