"Mascherine obbligatorie e distanziamento sociale dovranno essere mantenuti, fino a che non ci saranno vaccino o terapie efficaci". Lo ha detto ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Senato. Il premier ha inserito il provvedimento in una lista di cinque punti che sintetizzano il piano di risposta sanitaria predisposto dal governo.
Nell’elenco rientrano anche il rafforzamento dei servizi di prevenzione per evitare che si ripetano casi come quello dell’esplosione di contagi nelle residenze sanitarie per anziani; l’individuazione di strutture dedicate esclusivamente al trattamento del Covid-19, per ridurre i rischi di contagio per operatori sanitari e pazienti; un piano di indagine epidemiologica basato sui test sierologici (Conte ne annuncia 150 mila seguiti da altri 150 mila); e app di tracciamento Immuni che, ha precisato, sarà scaricata «solo su base volontaria» e non comporterà conseguenze o restrizioni per chi non vorrà utilizzarla.
I DATI - 528 malati di Coronavirus in meno rispetto a ieri. E' questo il dato giornaliero che risalta tra quelli comunicati ieri pomeriggio dalla Protezione civile e che rileva il calo netto dei malati. Sono infatti 107.709 gli attualmente positivi, 528 in meno, quando ieri per la prima volta dall'inizio dell'emergenza si era registrato un calo di 20 pazienti.
Aumentano ancora le vittime - Sono salite a 24.648 le vittime dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento di 534. Lunedì l'aumento sul giorno precedente era stato di 454.
E' record dei guariti e dimessi - Sono complessivamente sono 51.600, con un incremento rispetto a ieri di 2.723. Lunedì l'aumento dei guariti era stato di 1.822. Dall'inizio dell'emergenza non è "mai stato così alto il numero di pazienti dimessi e guariti" dal Coronavirus, sottolinea la Protezione Civile sottolineando che nelle ultime 24 ore sono stati dimessi dagli ospedali 772 pazienti.
Scende constantemente il numero dei ricoveri in terapia intensiva. Sono 2.471, 102 in meno rispetto a lunedì. Di questi, 851 sono in Lombardia, 50 in meno rispetto a lunedì. Dei 107.709 malati complessivi, 24.134 sono ricoverati con sintomi, 772 in meno rispetto a ieri e 81.104 sono quelli in isolamento domiciliare.
Piano di ripartenza - Conte ha parlato poi della necessità di ripartire sottolineando più volte il tema della gradualità perché «l’avventatezza potrebbe compromettere i sacrifici fatti». L’obiettivo è tuttavia quello di aumentare i giri del motore economico, prevedendo riaperture di attività produttive e commerciali sulla base di un piano «omogeneo per tutta Italia». Niente allentamento di restrizioni a macchia di leopardo, dunque. Sarà tuttavia tenuta sempre sotto controllo la curva dei contagi al fine di prevedere provvedimenti specifici di restrizione per le zone che dovessero essere interessati da una recrudescenza dell’epidemia. In particolare, ha spiegato Conte, le decisioni saranno «commisurate alla specifica recettività delle strutture ospedaliere delle aree di riferimento».
50 miliardi per famiglie e imprese - Per sostenere la ripresa, il governo elaborerà un nuovo decreto legge supportato da uno stanziamento «di non meno di 50 miliardi», somme che andranno ad aggiungersi ai 25 miliardi già stanziati. Palazzo Chigi invierà «a brevissimo» al Parlamento una relazione con la richiesta di scostamento dal bilancio di previsione, come era stato fatto la volta precedente, anche in considerazione della caduta del 9,1% del Pil prevista dal Fondo monetario internazionale proprio a seguito del lockdown e dello stop all’economia imposto dall’emergenza sanitaria. Il premier ha riconosciuto che questa crisi «incide sulle fasce più fragili, rischia di creare nuove povertà e lacerare un tessuto sociale già provato». E per questo ha annunciato un sostegno alle famiglie e alle imprese «prolungato nel tempo ancora più incisivo».
Le passeggiate - E' allo studio del governo il documento per dare il via libera alle attività produttive e ai negozi. Anche con date e modi diversi da regione a regione, come annunciato dal premier Conte. Ma consentendo alle persone di uscire anche senza «comprovati motivi» per andare a trovare un parente o fare una passeggiata. Ieri per la prima volta, dopo tanti giorni di angoscia e preoccupazione, Roberto Speranza è apparso più sereno. «Stiamo lavorando perché il 4 maggio i cittadini possano uscire, sempre che i dati lo consentiranno», avrebbe detto durante le videoconferenze, lui che più di ogni altro si è battuto nel governo per la linea del massimo rigore. A imporre ancora cautela è il rischio che spalancare portoni e cancelli e alzare le saracinesche dei negozi possa innescare una seconda ondata di contagi. Per questo le riaperture saranno deliberate in base alle tipologie delle attività e alle età delle persone.
Tempo libero - Si potrà passeggiare anche lontano da casa ma da soli, massimo in due se non si tratta di conviventi e mantenendo la distanza. Mascherina e guanti serviranno anche per spostarsi a casa dei familiari quando non si può stare ad almeno un metro uno dagli altri. Ma con queste precauzioni sarà possibile tornare ad incontrarsi. Il divieto di assembramento rimane — sia al chiuso, sia all’aperto — e servirà a proteggere soprattutto i giovani.
La febbre a 37,5 - Gli esperti evidenziano come «nella fase di transizione, va considerato il rischio di una riattivazione di focolai nei luoghi di lavoro». Per questo dovranno esserci termoscanner all’ingresso «e se la temperatura risulterà superiore ai 37,5° C, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherine, non dovranno recarsi al pronto soccorso o nelle infermerie di sede ma contattare il proprio medico curante». In caso di «sintomi di infezione e tosse lo dovrà dichiarare immediatamente all’ufficio del personale e si dovrà procedere al suo isolamento».