“Da una ministra che probabilmente ambisce a ricoprire il delicato ruolo di dirigente scolastico mi sarei attesa un piano strategico che, mettendo al centro l’interesse dei minori, puntasse a rilanciare l’imprescindibile valore formativo della scuola.
Troppo comodo sospendere le attività scolastiche sine die, ma questa non è prudenza, è inadeguatezza e incapacità di pensare oltre l’emergenza durante l’emergenza. Mentre in Europa le scuole sono tra le prime attività a riprendere in sicurezza, in Italia si continua a vivere nell’incertezza se riaprire scuole e nidi da settembre, senza valutare nemmeno le difficoltà che vivono le famiglie. Per non parlare del grave disagio vissuto dagli alunni disabili e dalle loro famiglie per la sospensione della attività didattiche. Il tempo che viviamo avrebbe già dovuto spingere un ministro della Pubblica istruzione a immaginare e concretizzare un grande piano di investimenti per ammodernare gli istituti, eliminare le classi pollaio, consentire lo svolgimento delle lezioni in spazi dotati di attrezzature e tecnologie all’avanguardia. Mi sarei già aspettata la convocazione, anche da remoto, degli Stati generali della scuola per un confronto con le Regioni, l’Anci e gli Uffici Scolastici Regionali in maniera da pensare immediatamente a come riorganizzare i servizi educativi a partire dalla prima infanzia in su.
E’ comodo pretendere di essere ministro e soddisfare esigenze personali che nulla hanno a che vedere con la qualità dell’azione politica e con la capacità e la competenza di determinare risposte, lo dico anche da dirigente scolastico. Non servono, atti di coraggio ma idee e buone pratiche per mettere in sicurezza bambini, studenti e personale scolastico. La scuola non è solo luogo di trasmissione del sapere, è la prima istituzione democratica, oltre la famiglia, che si incontra per diventare cittadini, in quanto è luogo di integrazione, socializzazione, scambio, sana competizione ed emulazione, non sostituibile da qualsiasi attività educativa a distanza e on line. Con la sua ignavia la Azzolina fa rivoltare nella tomba i grandi psicopedagogisti del passato e indignare gli attuali. Manca poco che tornino in voga i postulatori della descolarizzazione di fine anni sessanta. L’inadeguatezza di questo ministro e, in generale di questo governo, emerge nell’assoluta indifferenza rispetto alla necessità di sottoporre il personale docente e non docente al test sierologico, come primo passo per aprire i cancelli delle scuole.
Purtroppo, con rammarico, osservo come il governo Conte non abbia alcuna intenzione di ascoltare i più piccoli che, in questo dramma collettivo del coronavirus, hanno pensieri grandi e domande forti. Questo periodo di quarantena segnerà profondamente la coscienza dei bimbi e dei ragazzi. Occorre far di tutto per riprendere il ciclo normale di formazione scolastica. Faccio appello anche alle Regioni, al nostro assessore regionale Lagalla, affinché immediatamente nel confronto con lo Stato si affronti il tema con il dovuto piglio e con le istanze per le quali ottenere risposte. La scuola non è una qualsivoglia attività lavorativa, dalla sua capacità produttiva dipende il futuro della società e della democrazia”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.