Ancora ignoti, dopo 28 anni, gli autori dell’omicidio di Nicola Palazzolo, giovane ragazzo disabile di Castellammare del Golfo, scomparso il 27 aprile 1992 e ritrovato cadavere,dopo alcuni giorni, in località Conza, poco fuori dal Paese, sulla strada che conduce a Scopello. Sembra che la vicenda di Nicola, appartenente ad una umile e sfortunata famiglia,ucciso in condizioni misteriose,sia stata definitivamente dimenticata tranne che dalla madre, la sig.ra Maria Soccorsa D’Angelo, dal padre ed dal fratello di Nicola che, invano, da 28 anni attendono di conoscere perché il loro congiunto è stato ucciso, da chi e di quali coperture hanno beneficiato l’autore o gli autori del delitto.
Unica “soddisfazione”per i familiari è data dalla intitolazione di una strada a Nicola Palazzolo,deliberata dall’amministrazione comunale nel 2015,che ha inteso mantenerne viva la memoria. Dalle indagini dell’epoca emerse che l’omicidio fosse da attribuire a balordi che bullizzavano il ragazzo,ma una serie di circostanze portano a ritenere che possa essere stata non solo opera di “balordi” e sprovveduti.
Che gli autori del sequestro e dell’omicidio abbiano ricevuto coperture da parte di elementi di spicco della criminalità locale è convinto l’Avv. Giuseppe Novara, legale della famiglia Palazzolo. “Nonostante il lungo tempo trascorso e nonostante molti dei personaggi che negli anni 90 spadroneggiavano nel Paese di Castellammare siano scomparsi o in stato di detenzione – ritiene l’Avv. Novara – c’è stato e c’è ancora chi non ha avuto e non ha il coraggio di rivelare i fatti di cui è a conoscenza. Mi riferisco a chi ha fatto delle dichiarazioni e poi ha ritrattato.
Il caso più eclatante è quello di un sordomuto, Antonino Minagro che, in un primo momento, ha dichiarato di aver visto Nicola Palazzolo a bordo della Renault di Giuseppe Di Liberti e poi ha ritrattato facendo intuire di avere ricevuto minacce. Ma ci sono anche altre persone che potrebbero sapere più di quanto hanno riferito al processo. Mi riferisco alle vicine di casa di Nicola che hanno avuto la possibilità di vedere da chi è stato avvicinato il giovane disabile e con chi si è allontanato e quale era il tipo di macchina su cui è salito la sera del 27 aprile 1992”.
“Negli anni sono rimasti inascoltati i numerosi appelli lanciati dai familiari a chi sa ma non ha voluto parlare,ma oggi– continua l’Avv. Novara – chiunque custodisce segreti o comunque notizie inerenti la scomparsa di Nicola Palazzolo può farsi avanti. Le condizioni sono cambiate. Non c’è motivo di mantenere comportamenti omertosi che hanno caratterizzato, ostacolando, la fase delle indagini ed anche la fase del dibattimento, in cui i testimoni negavano anche le circostanze più evidenti ed incontrovertibili.”
Ma c’è anche chi molti segreti sulla scomparsa di Nicola Palazzolo se li è portati nella tomba. È il caso di Giovanna, all’epoca dei fatti fidanzata di Giuseppe Di Liberti, principale indiziato dell’omicidio e poi rinviato a giudizio (ma assolto) per il reato di sequestro di persona del povero Nicola.(…il Di Liberti è stato successivamente ritenuto responsabile e condannato in via definitiva per l’omicidio del Prof. Stefano Ciaravino,ucciso nell’ottobre 2002,nella zona di Calatafimi…).
La ragazza (poi deceduta per cause naturali) nel corso del processo svoltosi dinanzi al Tribunale di Trapani è più volte apparsa reticente, cadendo in palesi contraddizioni e dimostrando di voler coprire il Di Liberti, nonostante avesse troncato con lui ogni relazione.
Un incredibile silenzio continua ad avvolgere la vicenda della tragica morte di Nicola Palazzolo che rende ancor più insopportabile il dolore dei familiari e della madre in particolare,ormai avanti negli anni,la quale continua a pregare e sperare che chi sa parli.