Tornano alla carica gli abusivi di Triscina Sabbia d’Oro.
E dopo l’esposto sulla presunta irregolarità di un sito temporaneo di stoccaggio, che qualche mese fa aveva portato al sequestro di un’area di pochi metri nella via 57, ecco un’altra segnalazione:
“sfabbricidi” da demolizioni ancora non smaltiti in due diverse strade della borgata, la 155 C e la 101.
Nel lungo comunicato, con tanto di foto, gli abusivi sono tornati a parlare di “distruzione e inquinamento indisturbato dell’ambiente e del paesaggio costiero”, come se ad offendere le coste non fosse stata l’edificazione scriteriata delle case, protrattasi per decenni con la complicità della politica, ma un cordolo o delle vecchie mattonelle non ancora smaltite.
Il sindaco Alfano assicura che le demolizioni andranno avanti e, dopo aver mandato i tecnici comunali per una verifica, ha affermato che “i lavori su quei lotti non sono stati chiusi, dal momento che i cantieri sono fermi a causa dell’emergenza coronavirus. Nella via 155 C c’è soltanto un piccolo cordolo che verrà tolto non appena riprenderanno i lavori”.
Ma l’associazione ha già rivolto un appello alle “autorità ed istituzioni competenti ad accertare i fatti posti in essere con conseguente sequestro delle aree interessate dalla presenza di abusi ambientali”.
E se questo appello, oltre al comunicato stampa, magari è diventato anche un esposto in Procura, le possibilità di un ulteriore sequestro di un’altra piccola area del cantiere non sarebbero da escludere. Poi magari verrà dissequestrato, ma perché rinunciare a produrre rallentamenti in nome, per altro, della difesa dell’ambiente?
Inoltre, anche in questo caso, come qualche mese fa, la “preoccupazione” per le coste della borgata da parte di Triscina Sabbia d’Oro si è trasformata in una richiesta precisa: si tratta di “gravi inadempienze delle obbligazioni contrattuali stipulate il 05.10.2018 al Rep. n. 8484 tra il comune di Castelvetrano e la ditta Cogemat S.r.l. appaltatrice dei lavori di demolizione?”.
In altre parole: possiamo risolvere il contratto con l’impresa e fermare le demolizioni?
La risposta, almeno per il momento, è no.
Egidio Morici