Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale a Panteleria, Stefano Scaltriti, risponde alla consigliera Claudia Della Gatta intervenuta nei giorni scorsi su Tp24 a proposito della questione incompatibilità dello stesso Scaltriti e del presidente del consiglio comunale Vallini.
Ecco la sua nota.
Come al solito la consigliera Della Gatta fa tutto da sola: formula accuse ed emette sentenze, affermando che si debba discutere di una ‘possibile configurazione di incompatibilità’ del sottoscritto e del Presidente del Consiglio, accusandoci nel contempo di non esserci dimessi. Quindi che valutazione chiede se già ha deciso lei che dobbiamo dimetterci?
È già paradossale il fatto che la Della Gatta richieda atti su un’istanza che lei stessa ha presentato, istanza che ovviamente, se presentata, significa che è già basata su atti in suo possesso. Quindi chiede atti che già dovrebbe avere, in quanto in base ad essi ha formulato l’istanza? Che senso ha?
È paradossale che l’ex-assessore affermi che non sapeva niente del progetto della Tanit, progetto parte dei Piani di Zona, perché avviato precedentemente a questa amministrazione. Come se un assessore non sia tenuto a conoscere i progetti in essere durante il suo mandato, pure se iniziati in periodi precedenti allo stesso!
Questa affermazione dice molto dell’interesse riposto dall’ex-assessore per il settore delle Politiche Sociali e conferma che le ragioni del Sindaco per la sua rimozione dall’incarico, cioè che si occupava esclusivamente di organizzare concerti, è stata più che motivata.
Le considerazioni che fa la Della Gatta sono talmente paradossali che per giustificarle deve addirittura mistificare la realtà.
È il caso della sua affermazione riguardo: “Nel triennio di realizzazione del progetto iniziato nel 2017 è previsto che il Comune riconosca un contributo sotto forma di rimborso di € 45.066,73 di cui 40.123,50 per borse lavoro del personale volontario e la restante parte per spese progettuali.” Leggendo le sue affermazioni, sembra che i 45.000 euro siano tutti incassati dalla Tanit.
I 40 mila euro sono andati direttamente ai borsisti, non sono andati alla Tanit, come ben dimostrato dagli atti che lei stessa possiede e come previsto dal progetto.
La Tanit riceverà solo un rimborso spese per il materiale di consumo (concime, piante, ecc.) e il tutoraggio, effettuato dal sottoscritto.
Ben 5.000 euro in 5 anni!
Per quanto riguarda l’affermazione: ‘sono state rimborsate dal Comune le buste paga di Scaltriti, in maniera continuativa e non saltuaria’, la Consigliera dovrebbe spiegare il significato di ‘continuativa e non saltuaria’ secondo il suo vocabolario, visto che parliamo di sole 8 buste paga mensili in 36 mesi di attività!
Consiglio alla Consigliera Della Gatta di studiarsi bene la Legge 241/90 e le conseguenze legali che derivano dalla sua infrazione prima di prendere ulteriori iniziative nel divulgare a terzi dati personali e patrimoniali, come si vanta di aver fatto, inviando ai Consiglieri Comunali le mie misere buste paga senza il mio consenso.
Buste paga misere certo, soprattutto se raffrontate ai cachet dei musicisti che accompagnano i cantanti nelle tournée internazionali.
Inoltre, il sottoscritto non ha mai detto in campagna elettorale che si sarebbe dimesso, ma anche qui si palesa il reiterato paradosso nelle affermazioni della Consigliera Comunale: se fosse vero, significa che lei già sapeva che c’era questa presunta incompatibilità e conosceva già il progetto. Quindi, avrebbe omesso questa informazione durante il periodo in cui era assessore, tirandola fuori solo dopo aver perso l’incarico, per pura ripicca personale e paventando anche la malafede.
Paradossale anche la richiesta di affrettare la discussione della sua istanza in Consiglio Comunale, visto che lei stessa ha creato una situazione assurda e kafkiana intorno alla vicenda.
Infatti, la Consigliera ha inviato l’istanza al Prefetto, presentandola anche al Consiglio Comunale e per conoscenza alla Procura della Repubblica.
In seguito, in sede di Consiglio, quando i colleghi consiglieri chiedono di sollecitare un parere del Prefetto, tace e omette di averlo già interessato e si fa addirittura promotrice della richiesta di parere allo stesso.
Solo dopo la seduta, i consiglieri sono venuti a sapere, non da lei, che aveva già inviato tutto al Prefetto.
Adesso, che senso ha sollecitare la discussione in Consiglio Comunale se il Prefetto non ha ancora espresso il parere che anche lei ha richiesto?
Questa è un’ulteriore mancanza di rispetto nei confronti degli altri Consiglieri Comunali che aspettano anch’essi il parere del Prefetto.
Tra l’altro è bene precisare che questo parere non è detto che arrivi, perché come da Regolamento Comunale, l’incompatibilità dei Consiglieri Comunali è esclusivamente materia che spetta al Consiglio Comunale stesso.
Sia chiaro, il sottoscritto ha tutto l’interesse a che questa paradossale ed infamante vicenda sia chiusa nel più breve tempo possibile, non solo per quello che riguarda la mia persona, ma soprattutto per chi usufruisce dei servizi della Tanit e per i ragazzi che fruiscono del progetto, che indirettamente subiscono le conseguenze di tutta questa vicenda.
Il modus operandi messo in atto in questa e in altre vicende che hanno caratterizzato l’azione provocatoria e accusatoria della Della Gatta dal momento in cui ha perso la sua ‘poltrona’, credo possano far ben comprendere, in modo inequivocabile, le ragioni per cui è stata espulsa dal gruppo consiliare dei 5 Stelle.
Le sue continue contraddizioni, la mancanza di rispetto e fiducia nei colleghi, la mancata condivisione delle sue azioni totalmente personalistiche per apparire ‘prima donna’, il fatto di non rispettare le decisioni prese a maggioranza dal gruppo, arrivando a votare contro, contrariamente a quanto sancito dal Regolamento del M5S, rappresentano un bagaglio pesante che ha messo duramente alla prova non solo la pazienza di questa maggioranza, ma addirittura la sua credibilità.
Questi sono gli unici e veri motivi per cui Claudia Della Gatta è stata espulsa e lei lo sa bene.
Resta il fatto che sono davvero stanco di queste continue e pretestuose accuse, diffamazioni, falsità, diffusione di documenti personali in violazione della Legge sulla Privacy, mistificazione di fatti accertati, tutti esclusivamente motivati dal rancore personale e che niente hanno a che fare con una qualsivoglia azione realmente politica, seppure d’opposizione.
Con tutti i problemi che ha Pantelleria, trovo paradossale che il Consiglio Comunale debba essere ostaggio da mesi dei capricci di una bambina viziata che ha perso il giocattolo.
Detto ciò, provvederò a tutelarmi nelle sedi giudiziarie opportune, come avrei dovuto fare già da tempo.