La Procura di Marsala ha citato direttamente a giudizio, per lesioni personali aggravate, due trapanesi: Vincenzo e Angelo Daidone, rispettivamente di 61 e 29 anni, padre e figlio, abitanti nella frazione Rilievo.
Il processo inizierà l’11 dicembre, nell’aula “Marchetti” del Palazzo di Giustizia di via del Fante, davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone. Nel capo d’accusa, si legge che i due trapanesi “dopo una banale discussione, aggredivano Abate Maurizio (38 anni, marsalese, residente in contrada Digerbato, ndr), strattonandolo ripetutamente e colpendolo con pugni e schiaffi e, nonostante l’Abate tentasse di divincolarsi, lo inseguivano e, mentre Daidone Vincenzo lo tratteneva per le braccia, Daidone Angelo lo percuoteva con calci, pugni e schiaffi così da provocargli una frattura composta della IX costa destra, contusioni al volto, escoriazioni multiple al volto e al collo e quindi delle lesioni personali giudicate guaribili in trenta giorni dal personale del PS dell’Ospedale di Marsala”. Il fatto contestato è datato 30 aprile 2019. A difendere i due imputati è l’avvocato Vito Galluffo, mentre legale della parte offesa, che alla prima udienza molto probabilmente chiederà di costituirsi parte civile, è l’avvocato Vincenzo Forti. Il processo è scaturito dalla denuncia presentata, lo scorso anno, ai carabinieri da Maurizio Abate. A quest’ultimo, legale rappresentante della coop agricola “Kore”, i due Daidone, circa un mese della violenta discussione con contestata aggressione, si erano rivolti per partecipare alla Fiera di Stoccarda, svoltasi dal 26 al 28 aprile 2019. E così, fatto l’accordo, il 23 aprile i tre erano partiti per la Germania. Abate in aereo e gli altri due con un furgone sul quale è stata caricata la merce da esporre in uno stand.
Finita la fiera, il 29 si ritornò in Italia. Abate di nuovo in aereo e gli altri due con il furgone sul quale è stata caricata la merce invenduta. Merce che in parte era anche di Abate. E per questo, la sera del 30 aprile, intorno alle 21, i Daidone arrivano a Marsala per scaricare la merce di Abate. Quest’ultimo, mentre sale sul “muletto” per iniziare a scaricare, rimprovera ai due trapanesi di aver dimenticato in albergo le sue due valige, non caricandole sul furgone come aveva detto loro di fare, prima a voce e poi anche con un messaggio telefonico. Per questo, Abate è stato costretto a riportarle a casa in aereo. I due trapanesi, però, non avrebbero gradito la lamentela e così, quando Abate li invitò ad andare via, lo avrebbero aggredito. In due riprese. Mentre Abate dava loro le spalle, Vincenzo Daidone avrebbe iniziato a strattonarlo sul lato destro, mentre il figlio lo colpiva con schiaffi e pugni dal lato sinistro. Abate, sorpreso, riusciva a divincolarsi per qualche istante. Ma subito dopo veniva nuovamente raggiunto e mentre Vincenzo Daidone lo teneva fermo per le braccia, il figlio avrebbe continuato a colpirlo con calci e pugni al volto e ai fianchi. Abate tentava farli ragionare. Li invitava a smettere, dicendo loro che questi non erano comportamenti civili.
Gli aggressori, a quel punto, smettono. Per tornare, però, alla carica, ancora con calci e pugni, e con maggiore violenza, mentre Abate sta per abbassare la saracinesca del suo magazzino. Pare, convinti che il responsabile della coop Kore avesse preso le chiavi del furgone. Il figlio gli avrebbe detto che l’avrebbe “levato di mezzo”. Abate riesce a divincolarsi ancora una volta. E dopo che gli aggressori si allontanano, telefona ai carabinieri, che vendendolo in quello stato hanno chiamato un’ambulanza. Al Pronto soccorso del “Borsellino”, i medici hanno riscontrato frattura di una costola, contusioni ed escoriazioni al volto e al collo (prognosi: 30 giorni). Ad inchiodare i due trapanesi alle loro responsabilità sarebbero le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’azienda di contrada Cutusio. Immagini che lo scorso anno sono state allegate alla denuncia presentata ai carabinieri con l’assistenza dell’avvocato Vincenzo Forti.