Uno, nessuno e centomila. Lo spettacolo tratto dal romanzo del premio nobel per la letteratura Luigi Pirandello va in scena a Gibellina. M'informo essendoci la possibilità d'acquistare i biglietti in prevendita in città oltre a quella online, la mia domanda non lascia dubbi: "sono un disabile con carrozzina elettica, la struttura è accessibile?", risposta: sì. La struttura è l'anfiteatro della chiesa madre progettata nel post terremoto dall'architetto Ludovico Quaroni.
La chiesa costruita con criteri moderni, non è collocata centralmente al paese e la sua forma esterna l'ha fatta denominare "chiesa palla". L'anfiteatro esterno, nell'accezione moderna, è preso d'assalto, persone che tornano indietro, il perché lo comprenderó successivamente. Mi rendo conto che non è accessibile, chi mi accompagna fa presente la situazione al botteghino (consiste in un banchetto), attendo, la indirizzano nell'anfiteatro, fortuna vuole che parla con la regista, credendo fosse dell'organizzazione.
La signora parla con il sindaco, il quale avvisa il parroco, un marsalese, Don Marco. Mi fa entrare dalla chiesa e con l'aiuto del primo cittadino, il sacerdote e altre tre anime riescono a farmi scendere "di peso"( la carrozzina con il sottoscritto a bordo consta di 245 kg) nell'anfiteatro. La rabbia degli spettatori notevole. Il vulnus è perché tutti vorrebbero occupare i posti centrali per godersi meglio lo spettacolo, cosi facendo non si rispetta il distanziamento, la mascherina è obbligatoria. Prima il sindaco, poi la regista invitano ad occupare per intero l'anfiteatro, non uno, nessuno, figurarsi cento si spostano. Il sindaco comunica che lo spettacolo non si svolgerà, la rabbia esplode. Interviene l'attore Enrico Lo Verso facendo presente che anche lateralmente la visuale è buona, anche perché la scenografia è scarna (perifrasi).
Finalmente gli spettatori si spostano e lo spettacolo può iniziare alle 22.30 (doveva iniziare alle 21). L'interpretazione di Lo Verso è strepitosa, rapisce gli spettatori, la sua bravura fa sparire la tensione, la performance i ringraziamenti finali accompagnati da un ironia sicula gli fanno tributare una standing ovation, naturalmente tranne io. Nonostante le peripezie e la delusione per il comportamento di fruitori di cultura, ne è valsa la pena.
Vittorio Alfieri