Accade che il lunedì sera, quando nel pomeriggio si erano chiuse le urne elettorali ed erano iniziati i commenti sul voto, inizialmente sugli exit poll, dopo cena determinati risultati sono delineati, uno di questi è la riconferma di Michele Emiliano alla guida della Puglia.
Viene intervistato e una domanda è che sia stato rieletto nonostante la mancata riproposizione dell'alleanza Centrosinistra e m5s a livello regionale, benedetta anche da Conte e Di Maio ma rifiutata dalla dirigenza grillina pugliese e Renzi. E quando non te lo aspetti la risposta di Emiliano si eleva, e afferma che i pentastellati devono uscire dall'idea dello stato etico. Non è con il giudizio morale che si sconfigge un avversario e nella competizione appena terminato sia lui che il candidato del centrodestra Fitto sono stati valutati inpresentabili, che lo stato etico è aberrante.
L'unico stato a cui fare riferimento è quello di diritto. Si aggiunge quello vigente può non piacere, lo strumento per cambiarlo esiste ovviamente è la legge. Poi la raffinatezza culturale e politica di Emiliano si palesa, cita Kant dicendo che il politico con le azioni quotidiane deve tendere a raddrizzare quello che per il filosofo era impossibile :" da un legno storto qual'è come l'uomo è fatto non può venire nulla d'interamente dritto". Per il tedesco la morale ha avuto un posto in prima fila nella sua indagine speculativa. E quando meno te lo aspetti una serata post elettorale diventa spunto di riflessione filosofica. Non si ambisce a tanto per gli aspiranti consiglieri comunali di Marsala, ma quantomeno evitare il festival della banalità di alcuni "santini" come, "rianimiamomarsala", "Il Bene Comune", "il cittadino per il cittadino", "civiltà e progresso", oppure inviti da messia "il ritorno venite con me". Neanche Qui Quo e Qua brillarano per la loro presentazione, "l'unione fa la forza", ma era il 1937. E speriamo che Tancredi non abbia nuovamente ragione, "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi".
Vittorio Alfieri