E’ stata confermata dalla Corte d’appello di Palermo (presidente Piras) la sentenza con cui il marsalese Alessandro Titone è stato condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. I fatti sono del 7 febbraio 2014, quando Titone parcheggiò il suo furgone in doppia fila nella trafficatissima via Trapani, causando notevoli problemi alla viabilità e, come se ciò non fosse sufficiente, replicò con modi bruschi e irrispettosi (“Cu cazzu siti…” etc.) a due sottufficiali della Guardia di finanza in borghese che, passando da quelle parti, gli chiesero di spostare il mezzo.
Per questo, in primo grado, Titone fu condannato a un mese di reclusione, senza il beneficio della sospensione condizionale della pena (ne aveva goduto in precedenza) nonché ad un risarcimento danni di 200 euro alle parti civili (i due militari) e al pagamento delle spese legali sostenute da queste ultime.
Pare che inizialmente, l’uomo non si fosse reso conto che aveva a che fare con il luogotenente Antonio Lubrano e il maresciallo Salvatore Missuto, all’epoca i vertici della sezione di pg Fiamme Gialle della Procura di Marsala. E quando i due militari si videro costretti a qualificarsi, non avrebbe affatto moderati i toni. Anzi, avrebbe continuato sulla stessa falsariga.
Nel processo, le parti civili Lubrano e Missuto sono state assistite dall’avvocato Gaetano Di Bartolo. A difendere l’imputato è stato, invece, l’avvocato Maria Antonietta Tosto. Per avere parcheggiato in doppia fila, Titone fu anche multato dai finanzieri della Compagnia, chiamati come rinforzo.
E alcuni presenti, con applausi ironici, solidarizzarono con il conducente del furgone.