Portare un telefonino ad un detenuto all'interno delle mura di un carcere è reato. Il DL sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede su proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, una nuova fattispecie di reato penale che riguardo l'introduzione dei telefonini in carcere. Chi introduce in carcere un cellulare a vantaggio di un detenuto si rende responsabile di reato, con la pena che andrà da 1 a 4 anni sia per chi lo introdurrà sia per chi lo riceverà.
Lo ha confemato Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, ricordando che "nel regime precedente al decreto sicurezza il nuovo reato si configurava come un semplice illecito disciplinare sanzionato all'interno del carcere". "Perché è importante questo provvedimento? Tanti non sanno - continua Morra - che chi è detenuto al regime del 41-bis (dovrebbero esserlo i capi di organizzazioni criminali di stampo mafioso) o comunque nel regime dell'Alta sicurezza - e sono migliaia di ristretti - ha severe limitazioni in relazione alle possibilità di comunicazione, sia all'interno dell'istituto di pena sia all'esterno, dal momento che la forza di un sodalizio mafioso è data dalla capacità di relazionamento dei suoi affiliati e comunicare equivale a relazionarsi appunto".
Sono diversi in questi anni i casi scoperti di detenuti che, all'interno della cella avevano alcuni telefonini a loro disposizione. Molti sono stati scoperti prima ancora che venissero introdotti. E' accaduto più volte nel carcere di Trapani, l'ultimo caso appena qualche giorno fa, potete leggere qui l'articolo.