E' stato il giorno di Margareta Buffa, al processo per l'omicidio di Nicoletta Indelicato. La verità dell'imputata, però, è apparsa confusionaria, con qualche zona d'ombra.
Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Trapani, presieduta da Daniela Troja, Margareta Buffa, questa mattina, ha parlato per più di quattro ore per difendersi dall’accusa di aver ucciso Nicoletta Indelicato, assieme a Carmelo Bonetta, il maestro di balli caraibici già condannato, con il rito abbreviato, a trent’anni di carcere per il delitto.
Tra annaspamenti dell’imputata, versioni un po' incerti su fatti salienti e momenti di tensione che hanno indotto il presidente ad interrompere l’udienza per poi ammonire i presenti (“In caso di ulteriori comportamenti che turbano la serenità del processo sono pronta ad allontanare dall’aula i responsabili e a interrompere di nuovo la seduta”), Margareta Buffa ha ribadito ancora una volta la propria innocenza. “Non ho ucciso io Nicoletta. Io le volevo bene. Dopo mia madre, c’era lei. Il nostro legame era forte”.
Un legame che, però, doveva fare i conti con la presenza, costante, di Carmelo Bonetta. “Lui – dichiara Margareta – mi ha manovrata. Dovevo fare tutto quello che diceva lui. Mi minacciava, dicendomi che mi avrebbe fatto fare la fine di Nicoletta. Io ero terrorizzata. Temevo per la mia vita”.
Margareta Buffa era nella mani di Carmelo Bonetta? Il Pm non ci sta e legge all’imputata un messaggio che lei aveva inviato al maestro di ballo: “Mi hai rotto il c…o”, a cui hanno fatto seguito messaggi di Bonetta dai contenuti supplichevoli.
Ma è sulla sera del delitto – era il 16 marzo del 2019 – che la giovane va in difficoltà. “Bonetta era nascosto nel bagagliao della mia auto e attraverso colpi di tosse mi indicava il percorso che dovevo fare”. E Nicoletta? “Aveva capito che con noi c’era Bonetta. Le ho detto abbiamo un ospite e lei non ha fatto una piega perché a Nicoletta piacevano queste situazioni e quando Bonetta è saltato fuori dal bagagliaio lei non è rimasta sorpresa. Io, invece, ero terrorizzata. Quando ho fermato l’auto, Nicoletta è scesa perché doveva fare pipì”.
Ma perché Margareta aveva così paura del maestro di ballo? “Perché era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Era più aggressivo del solito. Ha iniziato a discutere con Nicoletta, mi ha spintonata facendomi cadere a terra. Ho sbattuto la testa ed ho perso i sensi. Il coltello non l’ho visto e nemmeno la bottiglia che conteneva liquido infiammabile. Quando ho ripreso conoscenza, sono scappata via. Credevo che Nicoletta fosse ferita. Io non l’ho accoltellata. Ho la coscienza pulita. Non l’ho uccisa e non sono complice”.
In merito alla frase da lei pronunciata in caserma mentre era assieme a Bonetta “il corpo deve sparire, da qui voglio uscire con la mia auto e la mia vita”, Margareta prova a spiegarne il significato. “Era una provocazione per scuotere Carmelo. Non volevo essere messa in mezzo a qualcosa che non avevo fatto”.
Perché allora non chiedere aiuto ai carabinieri? “Perché non mi fido di loro. In passato ho sporto denuncia per stalking e per aver subito furti e loro non hanno fatto niente”.
E le versioni contraddittorie fornite ai militari dell’Arma? “Erano l’unico modo per far capire loro che qualcosa non quadrava”.