Tra palco e realtà. È il titolo di una conosciuta canzone del cantautore emiliano Luciano Ligabue.
Il palco, uno dei tanti, che si vuole narrare è quello calpestatato l'otto settembre, data non casuale, 2007 da un'habituè delle tribune dello spettacolo, Beppe Grillo. Il comico genovese proprio dall'Emilia, Bologna diede inizio ai V day. Il primo organizzato per raccogliere le firme per la presentazione di una legge d'iniziativa popolare(art. 71 della Costituzione). Il contenuto, no ai condannati in parlamento, vincolo delle due legislature ed elezione diretta dei rappresentanti attraverso la preferenza. Le manifestazioni con il successivo invito dell' esponente del PD ed ex segretario dei DS(democratici di sinistra) Piero Fassino a formare un partito furono un ulteriore stimolo che portarono alla fondazione del M5S da Grillo e dall'imprenditore del web Gianroberto Casaleggio. Il battesimo alle politiche nazionali del 2013, con un ottimo consenso.
Il PD maggioranza alla camera non lo era al senato, Grillo calcava ancora il palco, nel 2013 gli spettatori non meritavano una sua apparizione al famoso streaming con Bersani inviò la Lombardi e Crimi. Nel 2014 lo spettatore principale era un istrione tanto quanto lui e andò in scena in prima persona, memorabile la sua gag con Renzi. Lui restò sul palco, la realtà in quella legislatura furono governi Letta, Renzi e Gentiloni. Restare sul palco portò gli spettatori/elettori a dargli la maggioranza relativa alle elezioni del 2018. Sceso dal palco, la realtà lo costrinse ad allearsi con un altro istrione, paradossalmente più attore di Grillo nella piece teatrale del populismo. Salvini voleva la scena reale tutta per sé.
Il PD di Zingaretti con il supporto Renzi tolsero il palcoscenico reale a Salvini. B. Grillo sceso dal palco si è confrontato una realtà socioeconomica già difficile, la pandemia l'ha resa drammatica. Dopo essere stato una vita sul palco, la realtà è infinitamente più complicata e complessa. Ah, nel 2007 Ligabue aderì al V-day, mandando anche un videomessaggio.
Vittorio Alfieri