Assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di tentato furto in abitazione il 42enne marsalese Giovanni Cusenza. Per lui, il pm aveva invocato una condanna a un anno e 8 mesi di reclusione.
A difendere il Cusenza è stato l’avvocato Nicola Gaudino. A supporto dell'accusa vi era un filmato proveniente dal sistema di videosorveglianza interno al luogo dove si sarebbe verificato il fatto criminoso, nonché il conseguente riconoscimento del soggetto, in sede istruttoria, da parte degli agenti di polizia giudiziaria.
In Tribunale, tuttavia, la difesa è riuscita a dimostrare che, a causa dei forti dubbi e delle difficoltà relative all'individuazione del presunto ladro, sarebbero state necessarie, al fine di poter superare il cosiddetto "ragionevole dubbio", ulteriori attività ed ulteriori riscontri a sostegno del riconoscimento effettuato dalla polizia.
Tra i precedenti del Cusenza, il più clamoroso risale al giugno del 2016, quando il pregiudicato fu arrestato dalla polizia di Marsala con l’accusa di avere minacciato di colpire un agente con grosse pietre e un bastone. Ciò dopo che nei pressi di un bar del centro di Marsala l’agente, in quel momento libero dal servizio, interveniva dopo aver notato il Cusenza aggredire il conducente di un furgone, contro il quale sferrava calci e pugni. Il poliziotto cercava di riportare la calma, ma Cusenza afferrava grosse pietre e minacciava di lanciargliele contro. Poi, si allontanava. Ma poco dopo si presentava davanti al Commissariato brandendo un lungo bastone di legno e, proferendo frasi minacciose, invitava il poliziotto a uscire fuori per regolare i conti. Dopo essere stato disarmato, Giovanni Cusenza venne arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e minacce aggravate. Dopo il rito direttissimo, il giudice dispose la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.