Qualche giorno fa avevamo scritto dell’inquinamento del fiume Modione, che sfocia proprio sotto i templi di Selinunte. Un fiume nero che va a finire in un tratto di mare che, nel corso di tanti anni, è sempre risultato fortemente inquinato nelle misurazioni di Goletta Verde di Legambiente.
Misurazioni che, pur se effettuate in periodi lontani dalla raccolta delle olive, dovrebbero servire comunque a riflettere ed indagare sulle origini dell’inquinamento. Ed invece, troppo spesso tanti ne hanno parlato in sordina, per evitare il solito presunto allarmismo mediatico della serie “che poi i turisti non vengono e l’economia ne risente”.
L’associazione Mareamico di Agrigento, della quale abbiamo già parlato, fortunatamente non si è fermata alla prima segnalazione. È andata avanti, ritornando sul luogo ed effettuando una migliore ricognizione, anche grazie al direttore del Parco Archeologico Bernardo Agrò, che ha messo a disposizione un drone per osservare la zona dall’alto.
Ma soprattutto, aiutata dai Rangers di Selinunte, ha proceduto a dei prelievi da cui sarebbe emersa sia la presenza delle cosiddette acque di vegetazione (prodotto di scarto della molitura delle olive), che batteri fecali compatibili con reflui fognari.
Le immagini dovrebbero essere pubblicate a breve, sia sul canale You Tube che sulla pagina facebook dell’associazione Mareamico che, come ci racconta il suo presidente Claudio Lombardo, sta svolgendo un grande lavoro di monitoraggio in diversi fiumi.
Dal comune di Castelvetrano ci hanno fatto sapere che le acque di vegetazione non avrebbero coinvolto il depuratore di via Errante Vecchia (che scarica appunto nel Modione). Questa almeno la risposta arrivata per le vie brevi dal commissario ad acta che da tempo gestisce l’impianto.
Certo, una magra consolazione, ma almeno vorrebbe dire che la struttura non sarebbe stata messa fuori uso dalle acque di vegetazione che, una volta finite dentro, avrebbero vanificato ogni possibilità di depurazione dei reflui per diverse settimane.
E se le cose stanno così, vuol dire che i punti di sversamento potrebbero essere facilmente rintracciabili, andando a ritroso lungo il fiume e seguendo gli eventuali torrenti collegati.
Ma questo ulteriore monitoraggio potrebbe essere svolto dalle forze dell’ordine. Il sindaco Enzo Alfano si sarebbe già attivato per chiedere attraverso la prefettura, un intervento del comando provinciale dei carabinieri.
Intanto non bisogna dimenticare, come più volte ha sottolineato Claudio Lombardo, che le acque di vegetazione hanno un potere inquinante 200 volte superiore a quello delle fogne.
Egidio Morici