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08/11/2020 06:00:00

Mazara. La cricca dei finti lavoratori. Così si spartivano i soldi della truffa

Il professionista, i titolari di aziende “fantasma”, il procacciatore. Una squadra che nel corso degli anni sarebbe riuscita a truffare l’Inps per circa un milione di euro. Assunzioni fasulle per ottenere indennità di disoccupazione e consentire il rilascio di permessi di soggiorno, il tutto dietro compenso corrisposto direttamente dai finti lavoratori, soprattutto extracomunitari.


Lo schema seguito da quella che abbiamo chiamato “la cricca dei finti lavoratori” segue uno schema ben consolidato, ma che è stato scoperto dai Carabinieri di Trapani in un’indagine che ha portato la Procura di Marsala ad emettere un provvedimento di sequestro di beni per circa un milione di euro, con cinque persone indagate per essere al centro del giro truffaldino, e 241 “finti” lavoratori indagati in concorso.


Nell’indagine c’è anche un altro titolare di un’azienda attiva solo sulla carta, presso la quale vengono assunte diverse persone nel corso degli anni in maniera fittizia. E’ lo stesso giro, la stessa combriccola che attraverso finte assunzioni truffava l’Inps per indennità di disoccupazione illecite e faceva ottenere, dietro compenso illecito, i permessi di soggiorno agli stranieri. Salvatore Asaro, anche lui indagato, è titolare della EdiSaff.

Un tunisino sentito dagli investigatori racconta così il rapporto di lavoro fittizio. “Sono stato assunto da una società di cui non ricordo il nome, mediante il sig. Asaro Salvatore, il quale mi ha proposto di fare un’assunzione fittizia in favore della sua società. Considerato che il mio permesso di soggiorno era in scadenza nel mese di luglio 2018, nel mese di dicembre 2017 ho contattato Asaro e ho consegnato le fotocopie dei miei documenti per procedere all’assunzione presso la sua società. Di fatto non ho mai espletato attività lavorativa nel settore edile, nè conosco assolutamente la tipologia del lavoro edile, non ho mai svolto attività lavorativa in favore di Asaro. Nel 2016-17 sono stato assunto per la società di Asaro Salvatore, ma di fatto non ho mai lavorato”. L’uomo racconta anche che per queste assunzioni fittizie si era accordato di consegnare ad Asaro 300 euro al mese per ogni mese di assunzione, “ad oggi ho consegnato ad Asaro circa 3 mila euro in contanti”.


Una serie di persone assunte senza mai lavorare, che pagavano il titolare un tot al mese. Spiega il giudice nell’ordinanza di sequestro dei beni per i cinque indagati che Asaro veniva “remunerato della messa a disposizione della sua ditta a falsi lavoatori per consentire loro la possibilità di ottenere erogazioni pubbliche a sostegno del reddito, periodi validi a fini contributivi, e in alcuni casi la regolarizzazione dello status di cittadino extracomunitario sul territorio italiano”. Lo stesso Asaro avrebbe avuto un intermediario con i falsi lavoratori “al fine di riscuotere l’illecito compenso”. C’è anche chi avrebbe consegnato 7 mila euro nel corso degli anni ad un altro titolare d’azienda, Nicolò Passalacqua, a fronte di 14 mila euro indebitamente percepiti. In questo modo si spartivano le indennità di disoccupazione che arrivavano grazie alle assunzioni farlocche.

Asaro, Sergio Agnello, Nicolò Passalacqua, tutti titolari di aziende che avrebbero assunto fittiziamente extracomunitari per ottenere illeciti profitti. Il procacciatore di finti lavoratori, Ammari Medhi. Ma niente si poteva compiere senza il lavoro di un professionista, di uno che sa come sbrogliare le carte. Di un consulente del lavoro, di Francesco Di Pietra. Nel provvedimento si legge delle “fittizie assunzioni dei lavoratori extracomunitari che sono così riusciti ad ottenere un titolo di permanenza sul territorio dello Stato” che a carico di Di Pietra “sussistono gravi indizi di colpevolezza per la truffa aggravata ai danni dell’Inps”. In più secondo il giudice Di Pietra avrebbe “totalmente asservito la sua professione di commercialista e consulente del lavoro al fine di ottenere illeciti profitti derivanti dal sistema di truffe congegnate”. Sono diverse le intercettazioni di conversazioni i tra i titolari delle aziende e i finti lavoratori sui compensi da girare al commercialista per sbrigare le pratiche. Ci sono anche alcune dichiarazioni di finti lavoratori. Come una donna tunisina: “mi sono accordata con Passalacqua e Di Pietra per avere un periodo di occupazione e ottenere, se del caso, la disoccupazione senza aver mai lavorato”. Dai dialoghi intercettati emergono due diverse modalità per ottenere un profitto ritenuto illecito. Di Pietra si sarebbe spartito con il lavoratore beneficiario del fittizio rapporto di lavoro quanto indebitamente erogato dall’Inps. Oppure si faceva remunerare, a rate o in unica soluzione, “per la propria opera prestata, indispensabile per frodare l’Inps”.