Che il Modione fosse inquinato non c’erano dubbi (ne avevamo parlato qui). I risultati dei prelievi dell’associazione Mareamico lo hanno confermato, qualche giorno fa.
Ma lo è sempre stato. Non è mai successo che le rilevazioni di Goletta Verde dicessero il contrario.
E le misurazioni sul tratto di mare interessato dalla sua foce, fatte quasi sempre in estate, quindi lontane dal periodo della raccolta delle olive, hanno dato sempre lo stesso risultato: fortemente inquinato.
Un inquinamento che, al di là del periodico monitoraggio, è ben presente nella memoria di tanti, almeno da 30 anni a questa parte. Puzza di fogna praticamente sempre. E, durante la molitura del cosiddetto oro verde, si fa sentire anche il fetore degli scarti della lavorazione delle olive.
Beccare chi riversa nel fiume le acque di vegetazione, quindi, se non è una soluzione, almeno sarebbe un buon inizio.
Ma chi lo inquina? Quali oleifici?
È i batteri fecali? Vengono dal depuratore o da qualche scarico abusivo?
Il depuratore funziona? Annosa questione. Chi lo gestisce, che da un po’ non è più il comune ma un commissario nazionale, in base ai report periodici che riceve, dice che funziona.
Eppure il Modione è lungo appena 27 km e da Santa Ninfa, attraversa i comuni di Partanna, Castelvetrano e Campobello di Mazara, prima di sfociare nel mare di Marinella di Selinunte.
Un’indagine aerea con l’ausilio di opportuni droni, potrebbe dare degli ottimi risultati.
Claudio Lombardo, combattivo presidente dell’associazione ambientalista Mareamico, dopo gli esiti (ottenuti anche attraverso un nuovo sistema di recupero delle acque di vegetazione attraverso delle speciali bande spugnose) che certificano l’inquinamento del Modione anche a causa degli scarti oleari, è tornato a chiedere “alle forze dell’ordine, all’ARPA provinciale, all’ASP ed al sindaco di Castelvetrano, quale massima autorità sanitaria, di vigilare e scoprire la causa di tale grave inquinamento”.
Abbiamo girato al Sindaco Alfano la sua richiesta. Ci ha risposto così:
“So che l’attenzione è alta, tra Arpa, Capitaneria di Porto e forze dell’ordine. Attraverso gli uffici preposti, ho fornito documentazioni ed utili informazioni per il proseguimento delle indagini, che sono tuttora in corso. Posso però dire che il prossimo anno, già da luglio chiederò al prefetto delle misure per cercare di prevenire questi sversamenti illeciti attraverso una mappatura di tutti gli oleifici, che dovranno certificare i passaggi delle acque di vegetazione dalla lavorazione fino al completo smaltimento”.
Egidio Morici