30 ottobre 1960-25 novembre 2020, fine di un'epoca.
Sono le 17.30 l'agenzia di stampa ANSA, batte la notizia ripresa dalla testata giornalistica Clarìn, è morto il "Dio" del calcio Diego Armando Maradona.
La palma d'assoluto se la contendeva con Pelè. Ho avuto la fortuna di vederlo giocare personalmente, ero allo stadio in una giornata uggiosa del novembre del 1985,quando sovvertí le leggi della fisica allorquando fece goal su una punizione a due in area di rigore concessa per un fallo commesso dal compianto campione Gaetano Scirea e anche quando con un pallonetto da vicino al centrocampo trafisse il portiere Giuliano Giuliani anche lui deceduto. Arrivò al Napoli nel 1984 ,alla sua presentazione ad inizio di luglio ovviamente caldissimo, lo stadio San Paolo era strabordante (70mila anime) e in delirio.
Grazie a lui il Napoli vinse il suo primo scudetto e la sua prima e unica coppia europea. Napoli già allora era una città decisamente difficile, lo adorava ma lo tentò parecchio e lui cadde nel vizio della droga, di cui ha pagato amaramente le conseguenze. Ma "el pibe de oro" ha avuto una valenza sociale per due comunità degli argentini e dei napoletani. La prima redenta grazie al goal del secolo e la vittoria contro la squadra di sua maestà la regina Elisabetta e Iron Lady ,qualche anno prima c'era stata la guerra lampo delle Malvinas, Falkland per i britannici.
Per i partenopei rivalsa nei confronti dello strapotere calcistico del nord,europeo e italiano, di una regione abbondata dell'Italia del potere. E Dieguito genio e sregolatezza avversarva il potere .Uno dei suoi idoli era Fidel Castro,e anche questa fu ragione divisiva. Ironia della sorte è andato via lo stesso giorno del lìder Màximo. Ciao Diego, è finita un'epoca.
Vittorio Alfieri