Donald Trump come Augusto Pinochet? Certamente no, lo si desidera, nella speranza che il dittatore cileno non venga collocato nuovamente in Venezuela dal nostro ministro degli esteri .
L'analogia sovviene perché ci sono due elementi identici negli avvenimenti di Washington, elezioni e insurrezione. In Cile nel 1970 le elezioni non sancirono la maggioranza assoluta per Salvador Allende ma quella relativa. Il congresso da costituzione doveva scegliere tra i due più votati , la prassi consolidata dai precedenti stabiliva che fosse il candidato con più consensi ad abitare a "la Moneda". Allende diventò presidente nonostante la contrarietà dell'amministrazione Nixon, soprattutto nel segreterio alla sicurezza nazionale Kissinger ,perché metteva in pericolo l'egemonia in sudamerica e la desecretazione del dossier ha confermato il ruolo statunitense nel golpe di Pinochet. L'elezioni quale motivazione, perché Trump ha sostenuto e continua a farlo che ci sono stati brogli. Questa strategia ha portato all'insurrezione e l'assalto al Campidoglio.
Ci sono stati 4 morti e 52 arrestati, erano centinaia a protestare. Ciò che è accaduto è una ferita alla democrazia, lo stato americano ha gli anticorpi per sanarla, e nelle ore successive la proclamazione di Biden presidente è un buon viatico non si commetta l'errore di derubricare i fatti della befana al comportamento di gruppi d'esagitati, un video mostra poliziotti che spostano le transenne e favoriscono il passaggio dei contestatori, il tycoon è stato votato da più di 70 milioni di persone. Pinochet potrebbe risorgere.
Vittorio Alfieri