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03/04/2021 08:00:00

La riforma del titolo V della Costituzione

 Non si può più rinviare. Ce lo ha insegnato il Covid, ma avvisaglie già si avvertivano precedentemente. Il titolo V della costituzione è stato riformato con la legge costituzionale 3/2001.

I Comuni, le Città metropolitane, le Province e le Regioni sono enti delle popolazioni residenti in un determinato territorio e tenuti a farsi carico dei loro bisogni. L’azione di governo si svolge a livello inferiore e quanto più vicino ai cittadini, salvo il potere di sostituzione del livello di governo immediatamente superiore in caso di impossibilità o di inadempimento del livello di governo inferiore. Alle Regioni è stata riconosciuta l’autonomia legislativa, articolata sui 3 livelli di competenza: esclusiva o piena (le Regioni sono equiparate allo Stato nella facoltà di legiferare); concorrente o ripartita (le Regioni legiferano con leggi vincolate al rispetto dei principi fondamentali, dettati in singole materie, dalle leggi dello Stato); di attuazione delle leggi dello Stato (le Regioni legiferano nel rispetto sia dei principi sia delle disposizioni di dettaglio contenute nelle leggi statali, adattandole alle esigenze locali). Allo Stato compete solo un potere esclusivo e pieno in determinati ambiti si citano l'immigrazione, la difesa nazionale, la politica estera e la giustizia . L'art. 117 della Costituzione individua le materie. Esistono casi di potestà legislativa concorrente tra lo Stato e le Regioni. Per tutte le altre materie, non indicate e non rientranti in quelle indicate dell’art.117 della costituzione,le regioni hanno potestà legislativa piena e hanno anche autonomia finanziaria. Un argomento della legislazione concorrente è la sanità. Questo aspetto ad oggi ha generato il delirio nella lotta al Coronavirus ,l'ultimo in ordine cronologico anche con il governo Draghi, il quale ha criticato le regioni ma i governatori non ci stanno: «Noi stiamo seguendo il piano. Il caos è colpa del governo». Le regioni non incassano le accuse del governo. Anzi, rispediscono tutto al mittente chiarendo chi, secondo loro, ha in mano le redini della campagna vaccinale. Il presidente del Consiglio ha affermato: «Nella copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono importanti differenze regionali che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».


Marsilio presidente abruzzese: «Basta lanciare accuse nel mucchio» rispedisce al mittente le accuse, ricordando anche le difficoltà incontrate: «Come tutti sanno il piano di vaccinazione, nazionale, ha avuto diversi problemi: dalle forniture agli stop».Sicuramente l’affondo di Draghi sulle regioni ha riportato alla mente la tanto discussa questione delle autonomie regionali e della riforma del Titolo V. Pure nell'istruzione polemiche incessanti. Superata la pandemia non si può più rinviare la revisione della norma.
Una chiosa e riguarda la vicenda Razza che è approdata anche a sala delle lapidi. Il vicesindaco Ruggieri afferma pur non essendo un penalista alla luce degli elementi che si conoscono sarebbe sicuro di non fare rinviare neanche a giudizio il suo collega di partito, e che meriterebbero un approfondimento corretto il giustizialismo e il garantismo. Personalmente sono garantista, ricordando il pensiero di Paolo Borsellino a cui intestato il nosocomio lilibetano, bisogna distinguere la responsabilità giuridica da quella politica. L'ex assessore dopo la nomina Damiani, padiglione Covid e adesso i dati sul Coronavirus, non poteva più rinviare le dimissioni.

Vittorio Alfieri