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24/04/2021 08:50:00

25 Aprile amaro a Marsala. Sfregiata la targa in ricordo delle partigiane

 Vigilia del 25 Aprile amaro a Marsala. Ignoti hanno sfregiato ancora una volta la targa in ricordo di  Francesca Alongi, Bice Cerè e Grazia Meningi, le marsalesi che hanno partecipato alla lotta partigiana per liberare l’Italia dal nazifascismo. 

La targa si trova nel parco giochi al lungomare Boeo.

L'anno scorso, sempre la stessa targa è stata coperta da spray nero e accanto è stata disegnata una svastica, quest'anno è stata danneggiata presumibilmente a colpi di martello.

Questo il commento dell'Anpi Marsala. 

Ogni 25 aprile è diverso e uguale. È uguale perché è festa nazionale. E' la festa da cui deriva tutta la nostra organizzazione democratica fino a oggi: la Costituzione e lo stato democratico.
È la festa della Liberazione in cui donne e uomini, partigiane e partigiani, scesero dalle montagne e dalle colline, entrarono nelle città e le liberarono dalla presenza nazifascista.
Questo 76° anniversario della Liberazione non possiamo celebrarlo come si è fatto in passato a causa del coronavirus e quindi non possiamo essere presenti nelle piazze, fare i nostri cortei.
Tuttavia questo virus che mette in ginocchio il nostro Paese (oltre 120.000 i deceduti in Italia) e il mondo intero, non potrà cancellare la memoria del sacrificio dei tanti partigiane e partigiani che hanno anteposto l'amore per la democrazia e per la libertà alla propria vita. Non saranno i neo-fascisti locali che imbrattano muri con scritte deliranti o dileggiano lapidi e toponimi dedicati ai nostri partigiani caduti a farci desistere dal ricordare e onorare i martiri per la Libertà.
Quanta amarezza scoprire, all’appropinquarsi del 25 aprile di ogni un anno, l’oltraggio ai luoghi della nostra città simbolo della lotta partigiana, con i nomi dei nostri caduti.
Quest’anno è toccato nuovamente alla semplice targa in memoria delle partigiane marsalesi Alongi Grazia, Bice Cerè, Meningi Grazia, uccise durante la Resistenza.
Gli innominabili non riusciranno a piegare i pochi partigiani viventi e i numerosi partigiani che ne hanno raccolto il testimone. Ed anche se cercano di cancellare i nostri segni, come i loro padri hanno cercato di seppellire gli artefici della Liberazione, loro non sanno che “se volevano seppellirci, non sapevano che noi eravamo semi”