Giustizia sociale. È la realizzazione del diritto e insieme della società. È la sintesi di un percorso storico-culturale lungo ma che si è espresso maggiormente solo negli ultimi due secoli.
L’espressione equità sociale si sente spesso nei dibattiti politici. Per tutti partiti è un valore da sbandierare, spesso utilizzato demagogicamente.
Neppure i filosofi hanno proposto una definizione chiara, anzi nella filosofia, il concetto appare molto tardi. È un principio che affonda le sue radici nella morale cristiana e si è affermato solo di recente dopo la rivoluzione francese e la nascita dello Stato moderno. Secondo l’opinione di alcuni essa dovrebbe essere la regola che governa l’azione politica di un Paese democratico. Capirlo vuol dire, comprendere come questo concetto si realizza praticamente nella vita i tutti i giorni. La giustizia sociale si occupa delle difficoltà che la società affronta nel mondo del lavoro, dell’istruzione, della assistenza sanitaria, del bisogno economico e adotta le soluzioni per risolverli. È secondo una visione moderna, il motore che conduce alla soluzioni dei problemi di una società, sulla base di uno scambio tra generazioni.
Il patto intergenerazionale trova immediatamente la sua esecuzione nella famiglia, allorquando genitori e nonni si dedicano alla crescita dei figli/nipoti ,ovviamente nella maggior parte dei casi. In una visione utilitaristica è evidente che ogni uomo necessita dell’altro per soddisfare quella serie di bisogni che da solo non potrebbe realizzare. Il presupposto da cui muove, è più nobile: tutti gli esseri umani hanno uguali diritti e la giustizia implica l’uguaglianza.
La giustizia sociale rende accessibili a tutti, i diritti sociali di libertà: pensiero, espressione, religione e associazione, libertà di movimento e in generale d’iniziativa economica. È compito dello Stato che attua la giustizia sociale rimuovere tutti gli impedimenti che la ostacolano. Tale credo ha acquisito vigore nell’ultimo dopoguerra ed è presente in molte costituzioni come quella della Repubblica italiana. Rientra a pieno titolo nell'idea, la proposta del neopresidente statunitense Biden ed anche papa Francesco è dello stesso pensiero. Per i vaccini sospendere i diritti della proprietà intellettuale temporaneamente. Anche se personalmente a chi se lo può permettere lo farei pagare e si compenserebbe parzialmente il copyright. Perché si percepisce che nelle proprietà delle aziende farmaceutiche non ci sia nessun Sabin, che non brevettò il vaccino più diffuso antipolio da lui creato, motivandolo: << [...]è il mio regalo ai bambini del mondo>> Necessita ricordare che nella ricerca del vaccino i privati hanno ricevuto ingenti risorse pubbliche. Ovviamente la proposta sta ricevendo dei dinieghi di tutte le Big Pharma e anche dalla Merkel e Svizzera, a loro avviso dissuaderebbe in futuro la ricerca dell'industria farmaceutica. Perché non creare una joint-venture tra gli Stati e le imprese , dato che necetisseranno richiami. Nella fattispecie sarebbe Giustizia sociale.
Vittorio Alfieri